I saloni più famosi sono Ginevra, Parigi, Tokyo, Detroit e,
in corso in questi giorni, Francoforte.
Ogni anno vengono presentati dozzine di nuovi modelli le cui
lodi vengono decantate da squadre di giornalisti specializzati che esplorano
cataloghi dei loro thesaurus (o forse il plurale è thesauri?) per trovare nuovi
sinonimi con cui descrivere assurdi o intriganti concept che verranno
cancellati, schiacciati dalle logiche del mercato, oppure completamente
stravolti durante la fase di produzione a causa… delle logiche del mercato.
Ogni anno, immancabilmente, Mercedes, Bmw e il gruppo
Volkswagen presentano almeno due o tre nuove proposte per ogni marchio che
posseggono, quindi nel caso VW le novità sono generalmente due o trecento. Di
solito quest’ultima annuncia l’ennesima acquisizione da assimilare al proprio
gruppo, già molto ricco visto che VW possiede o controlla, tra le altre, Audi,
Seat, Skoda, Bugatti, Bentley, Paperino, Topolino, il Chad, lo Zimbabwe e
Spongebob.
Parlando di marchi controllati, associati o posseduti dal
gigante di Wolfsburg (e non si tratta di
Bas Dost), arriviamo a
Porsche.
Onestamente, il mercato dell’auto è amalgamato
e sempre più ampio. Mercedes, BMW e Audi esauriranno le lettere dell’alfabeto e
i numeri con cui chiamare le loro auto prima di esaurire le idee. E di novità,
nel vero senso della parola, ce ne sono poche.
Vediamo; la VW ha presentato la nuova Tiguan, che è basata
sulla Golf, c’è la TT coupé, che è basata sulla Golf. In catalogo abbiamo poi la Skoda Superb, che è una Golf, la Skoda Octavia, che è una Golf. E la Skoda Fabia, che è una Polo. Poi, ovviamente, c’è la
sobria
Bentley Bentayga, che è costruita sulla stessa base dell’Audi Q7. Che è
essenzialmente una Volskwagen Touareg.
Porsche ha spezzato la noia color verde oliva che attanaglia
ogni salone che si rispetti presentando la Mission-E (giuro, si chiama così
davvero).
Vorrei, vorrei davvero criticare. Vorrei prendere in giro: “Ah!
Salviamo il petrolio. Salviamo il diritto di inquinare! Salviamo i W16
alimentati a spremute di orsi polari!”
La cruda verità è che il motore termico è, da un punto di vista
pratico e non solo etico, semplicemente superato. Questa è la realtà,
non è un’opinione, non è un salto mortale moralistico. E' la verità.
Così com’è vero che le migliori due auto che abbia guidato
negli ultimi 12-15 mesi, e di gran lunga, sono la
BMW i8 e la
Tesla Model S.
La Mission-E promette uno 0-100 in 3,5 secondi, 300 miglia
di autonomia (circa 482 chilometri), 600 cavalli, l’80 % di carica
raggiungibile in soli 15 minuti grazie agli 800 Volt di potenza e un peso
inferiore alle due tonnellate.
La Mission-E è una via di mezzo, in dimensioni, tra la
Panamera e la 911, anche se in realtà somiglia più a una 911 a quattro porte
che a una Panamera in scala ridotta. E' ancora in fase di sviluppo, quindi ogni
giudizio è prematuro.
Ma la Porsche Mission-E è solo un’altra dimostrazione di
come cambi il gioco quando i grossi giocatori del mondo automobilistico
investono e si concentrano sull'elettrico.
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categoria: auto - news
luogo: Francoforte, Germania (Settembre 2015)
testo: Ale Renesis
foto: Porsche
pubblicato anche su tomshw.it
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