tag:blogger.com,1999:blog-15682405020767716162024-03-05T10:54:34.687-08:00Road (& Cars)Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comBlogger18125tag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-29485983459094453632017-02-03T10:56:00.000-08:002017-03-16T12:27:04.410-07:00Peugeot RCZ-R - Cuore di Leone, Autonomia da Cammello<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiw95HsxcuIkjuhILaMAYPBjGmPpxBg9_6Py5KJC4b9xP4Lh2ceQorRgY8Bxm6mIXI-QyzlfJsHVckFsWUZnKeynehWEIYLzrnQBg5vnfVxk5AJczhq3RPhzyunIX0FDqNp48ZWKrQjJQ/s1600/PicsArt_01-20-05.19.47.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiw95HsxcuIkjuhILaMAYPBjGmPpxBg9_6Py5KJC4b9xP4Lh2ceQorRgY8Bxm6mIXI-QyzlfJsHVckFsWUZnKeynehWEIYLzrnQBg5vnfVxk5AJczhq3RPhzyunIX0FDqNp48ZWKrQjJQ/s400/PicsArt_01-20-05.19.47.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 24px;">
<span style="color: white; font-family: inherit; font-size: large;">Ho capito quanto la situazione fosse seria quando Ragazza Alta è rimasta sorpresa sapendo che avrei dovuto riportare l'auto. Mi chiede, "che vuol dire riportarla?", "Sì" rispondo "non è mia. E' un'auto stampa e la porto su a Milano prossima settimana." Ah. Dice lei. Le piace, piace a tutte e questa è la prima cosa che dovete sapere sulla RCZ-R: piace alle donne.</span></div>
<div style="margin-bottom: 24px;">
<span style="color: white; font-family: inherit; font-size: large;">Ho imparato qualche lezione importante sul mondo auto, per esempio ho capito che ci sono molte donne a cui piacciono davvero le auto. E per gli stessi motivi per cui piacciono a noi maschietti: prestazioni, aspetto e divertimento. Niente che riguardi denaro o potere perché, ed è questa la lezione più importante, una bella auto può aiutare la prima impressione, così come un bel paio di addominali, per i primi 34 secondi o giù di lì ma, superati questi 34 secondi, l'auto che guidi sarà irrilevante se lei pensa che tu sia scemo.</span></div>
<blockquote style="background: rgb(233, 239, 243); border-left: 2px solid rgb(135, 166, 188); color: #4f748e; margin: 8px 0px 24px; padding: 16px; quotes: none;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">L'originale RCZ sembrava disegnata da un artigiano con molto talento ma poco tempo. Poi, con il restyling, da carina che era è diventata proprio bella.</span></blockquote>
<div style="margin-bottom: 24px;">
<span style="color: white; font-family: inherit; font-size: large;">Il secondo maggior pregio della Peugeot RCZ è l'aspetto. Bassa, slanciata, larga, coupe. Ma quel che la differenzia dalle altre coupe è l'effetto supercar, le persone la guardano e non capiscono cosa sia, per via del tetto in vetro ondulato e dei tagli e degli angoli. L'originale RCZ sembrava disegnata da un artigiano con molto talento ma non molto tempo a disposizione poi, con il restyling Peugeot l'ha perfezionata e da carina che era è diventata proprio bella. Ai miei occhi questa è una delle auto più belle che si possano comprare senza doversi vendere la casa.</span></div>
<div style="color: #3d596d; margin-bottom: 24px;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;"><img alt="20170120_162331" class="alignnone size-full wp-image-1226" data-mce-src="https://leavemeflabbergasted.files.wordpress.com/2017/02/20170120_162331.jpg?w=680" data-wpmedia-src="https://leavemeflabbergasted.files.wordpress.com/2017/02/20170120_162331.jpg" height="2448" src="https://leavemeflabbergasted.files.wordpress.com/2017/02/20170120_162331.jpg?w=680" style="height: auto; max-width: 100%;" width="3264" /></span></div>
<div style="color: #3d596d; margin-bottom: 24px;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;"><img alt="20170120_162747" class="alignnone size-full wp-image-1227" data-mce-src="https://leavemeflabbergasted.files.wordpress.com/2017/02/20170120_162747.jpg?w=680" data-wpmedia-src="https://leavemeflabbergasted.files.wordpress.com/2017/02/20170120_162747.jpg" height="2448" src="https://leavemeflabbergasted.files.wordpress.com/2017/02/20170120_162747.jpg?w=680" style="height: auto; max-width: 100%;" width="3264" /></span></div>
<div style="margin-bottom: 24px;">
<span style="color: white; font-family: inherit; font-size: large;">L'RCZ è, o per meglio dire era, disponibile con motori diesel e benzina, disponibili in differenti varianti di potenza dai 156 ai 270 cavalli. Ho guidato quest'ultima per dieci giorni e questo mi porta a parlare del terzo maggior pregio della RCZ R: la velocità. L'auto accelera con fare inesorabile, mette insieme la potenza e la mette a disposizione in un sol boccone, poi devi cambiare perché i rapporti sono molto ravvicinati fra loro, questo contribuisce a renderla incredibilmente parca nei consumi. Non credo di aver mai guidato un'auto a benzina con un rapporto consumi-prestazioni così positivo. </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqV8PYxQ_T6TdQj4rfFxLslPDZkXngpxMw2NIP8Xsn-GAbiOZkml4zDWQsQX0Ds6HLtiL-R0kkviNlAItYNBbfoEZT_zEudZVX82DrASrA2herjiNkOuZYACm_RL8dSUaTYQzdsyM-pw8/s1600/20170126_190644.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqV8PYxQ_T6TdQj4rfFxLslPDZkXngpxMw2NIP8Xsn-GAbiOZkml4zDWQsQX0Ds6HLtiL-R0kkviNlAItYNBbfoEZT_zEudZVX82DrASrA2herjiNkOuZYACm_RL8dSUaTYQzdsyM-pw8/s400/20170126_190644.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="color: white; font-family: inherit; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 24px;">
<span style="color: white; font-family: inherit; font-size: large;">Ed è questo il principale pregio della RCZ. So che c'è chi si annoia a sentir parlare di consumi ed efficienza ma a me piace il mondo reale, e mi piacciono le auto per la vita reale, e la RCZ è un'auto performante per la vita reale. Per i milionari dover far benzina ogni 5 minuti non è un gran problema, principalmente perché c'è sicuramente qualcuno che lo fa per loro, ma per tutti noi è diverso. Noi, gente normale, abbiamo un budget. E la RCZ-R offre 270 cavalli abbordabili. </span></div>
<div style="color: #3d596d; margin-bottom: 24px;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;"><img alt="picsart_01-20-05-34-16" class="alignnone size-full wp-image-1229" data-mce-src="https://leavemeflabbergasted.files.wordpress.com/2017/02/picsart_01-20-05-34-16.jpg?w=680" data-wpmedia-src="https://leavemeflabbergasted.files.wordpress.com/2017/02/picsart_01-20-05-34-16.jpg" height="1536" src="https://leavemeflabbergasted.files.wordpress.com/2017/02/picsart_01-20-05-34-16.jpg?w=680" style="height: auto; max-width: 100%;" width="2048" /></span></div>
<div style="margin-bottom: 24px;">
<span style="color: white; font-family: inherit; font-size: large;">Si può acquistare una RCZ pagando cifre giuste, e dovreste. Ho spesso sottolineato (e non solo io) come le auto moderne non siano assolutamente definibili cattive auto, ma molte sono un po' noiose. Non questa però. Ha il cuore di un leone, l'autonomia di un cammello e un grosso spoiler posteriore dove puoi appoggiare un coniglio di porcellana. </span></div>
<div style="margin-bottom: 24px;">
<span style="color: white; font-family: inherit; font-size: large;">guarda il video ↓</span></div>
<div style="margin-bottom: 24px;">
<span style="color: white; font-family: inherit; font-size: large;">[youtube https://www.youtube.com/watch?v=TJj8dZGS-Uw&w=560&h=315]</span></div>
<hr style="background: rgb(200, 215, 225); border: 0px; cursor: default; height: 1px; margin: 8px 0px;" />
<div style="margin-bottom: 24px;">
<span style="color: white; font-family: inherit; font-size: large;">testo, foto & video → Alessandro Renesis</span></div>
<div style="margin-bottom: 24px;">
<span style="color: white; font-family: inherit; font-size: large;">twitter: <a data-mce-href="http://twitter.com/princeale" href="http://twitter.com/princeale" style="color: #00aadc;" target="_blank">PrinceAle</a></span></div>
<div style="margin-bottom: 24px;">
<span style="color: white; font-family: inherit; font-size: large;">instagram: <a data-mce-href="http://instagram.com/a_lookingbackthewaywehadcome" href="http://instagram.com/a_lookingbackthewaywehadcome" style="color: #00aadc;" target="_blank">Ale Renesis</a></span></div>
<div style="font-size: 15px;">
<span style="color: white; font-family: inherit; font-size: large;">seguici anche su Drive Tribe → GAME CHANGERS</span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-80135568859054782232015-12-25T09:12:00.001-08:002015-12-25T09:12:04.603-08:00Tesla Model S - Cool Infotainment<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="https://www.youtube.com/embed/EbjVhKMw4nk" width="480"></iframe>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-44933104486379231222015-12-24T04:29:00.001-08:002015-12-24T04:29:59.224-08:00Buone Feste!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUq5741CaXlAZDlW795fpN6CGHQSQiNjE8gkXoYPhkbJgX5TismGDDRmiyIPdoegP3M0O4FyB88eLjf6-6plShmhggkyWDYJXM9rmgpWDjHbFpT4cz9k0NtjouFv1fX_wNQc7iKU_gTQs/s1600/PicsArt_12-21-06.40.00.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUq5741CaXlAZDlW795fpN6CGHQSQiNjE8gkXoYPhkbJgX5TismGDDRmiyIPdoegP3M0O4FyB88eLjf6-6plShmhggkyWDYJXM9rmgpWDjHbFpT4cz9k0NtjouFv1fX_wNQc7iKU_gTQs/s400/PicsArt_12-21-06.40.00.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Buon Natale e Felice Anno Nuovo!<br />
Road (& Cars)Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-56979627180198760552015-10-28T12:22:00.003-07:002017-03-16T12:35:51.541-07:00Maserati Quattroporte M.Y. 2016 #themaser<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizS0KQg7xqMoDXOBorEm5XDnCcds_rjuPpXnMge_qOOzwyLYWWBdIdovI5L5g31CFds7TQ4dTS_WgkOjx1daUC853qXjCADlb1TY79CaySAQb47fa9BD2Th6_FeyPZ4nMlsKayUvFNSJk/s1600/14102015+PRESS+Test+Drive+13340.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizS0KQg7xqMoDXOBorEm5XDnCcds_rjuPpXnMge_qOOzwyLYWWBdIdovI5L5g31CFds7TQ4dTS_WgkOjx1daUC853qXjCADlb1TY79CaySAQb47fa9BD2Th6_FeyPZ4nMlsKayUvFNSJk/s400/14102015+PRESS+Test+Drive+13340.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Iniziamo da lontano, indietro nel tempo e geograficamente
verso ovest. Siamo nel 2009.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Circa 150 miglia (250 chilometri) a sud-ovest di Las Vegas e
120 miglia (190 chilometri) a nord-est di Los Angeles, nella San Bernardino
County, in una California che probabilmente non conoscete, in mezzo al deserto
ai piedi della Valle della Morte c’è <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Barstow_(California)" target="_blank">Barstow</a>. Be’, oggi sono a Barstow. Sto
guidando una Ford Mustang che scalpita e sbraita nel calore del deserto
californiano. Un 4 litri V6 che produce 210 cavalli, (avete letto bene) e
trasforma la potenza in rumore, fumo e personalità, ma di sicuro non in prestazioni.
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Accosto in uno degli “slot” del parcheggio di un motel di
fronte a un <i><a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Diner" target="_blank">diner</a></i>. Con una N sola
perché vuol dire tavola calda e non cena. Non chiudo nemmeno l’auto. Mi è stato
garantito che da queste parti non c’è micro criminalità e al massimo, quoto
testuali parole, “ti sparano se non gli piaci”, mi è stato detto. Attraverso la
strada, calpestando l’asfalto rovente con scarpe di cuoio, perché non è che sia
mai stato uno di quelli furbi, ed entro nel <i>diner</i>.
Dentro trovo un paio di uomini enormi cresciuti a mais e burro d’arachidi, una
cameriera ispanica, un’altra donna (che potrebbe avere 27 anni così come 57) in compagnia di quello che immagino sia suo figlio e un uomo seduto al
tavolo più vicino alla vetrata, magro e con occhiali da architetto. Tutti
alzano lo sguardo e lo posano di me per cinque secondi mentre varco la soglia.
Straniero e strano, ma nessuna minaccia. Dopo cinque secondi ognuno torna a
concentrarsi sul proprio pasto o sul proprio lavoro. Tranne l’uomo magro con
gli occhiali da architetto. Mi siedo specularmente di fronte a lui, a due file
di tavoli di distanza, vicino alla vetrata per tenere d’occhio l’auto.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Passano nemmeno trenta secondi e l’uomo magro con gli
occhiali da architetto mi chiede, “Da dove vieni?”<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
“Firenze, Toscana, Italia.”, rispondo io.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
“E che diavolo ci fai qua?”.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Giusta osservazione. Bella domanda. Non lo so che ci faccio
qua. Immagino che sia l’infinita curiosità ingegneristicamente incernierata nel
nostro d.n.a. dall'alba dei tempi o il sapore della scoperta. Oppure sono qua
perché ho letto troppi libri e visto troppi film ambientati nell'America
sconosciuta e mistica dei <i>diners</i>, dei
motel e delle strade deserte. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi30Ca1XKQvJBSS52p7ILZfepcf51PSGT1ARUsbMqiUlbxLE8ghi_0UHfHygm0d45mxNYN4bGjE4aBq-8Of_XLiPgeulcro-EP9Ds8kRmmTzBUochyQb0iU2-nw5mgQX7rkk3CJ-6yW31Y/s1600/14102015+PRESS+Test+Drive+10068.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi30Ca1XKQvJBSS52p7ILZfepcf51PSGT1ARUsbMqiUlbxLE8ghi_0UHfHygm0d45mxNYN4bGjE4aBq-8Of_XLiPgeulcro-EP9Ds8kRmmTzBUochyQb0iU2-nw5mgQX7rkk3CJ-6yW31Y/s400/14102015+PRESS+Test+Drive+10068.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwQWNFQaRMmz4V-kRoDzUZE3iWfI-zieiMYalSdemoDXxH7h9OLpmAvFhsQ0KORe4a9ZesePdWHxOEEtLCKPB0jX7auv5eoWMaI3YsMXkOdv20Txf4GepIR80RZQzgeY-KiIfmIN3haHQ/s1600/14102015+PRESS+Test+Drive+10911.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwQWNFQaRMmz4V-kRoDzUZE3iWfI-zieiMYalSdemoDXxH7h9OLpmAvFhsQ0KORe4a9ZesePdWHxOEEtLCKPB0jX7auv5eoWMaI3YsMXkOdv20Txf4GepIR80RZQzgeY-KiIfmIN3haHQ/s400/14102015+PRESS+Test+Drive+10911.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Fatto sta che ha ragione lui. Che ci faccio qua? Giratela come volete la frittata. Impanatela e
friggetela, metteteci sopra lo zucchero o il sale o entrambi. La verità dura e
pura e cruda e che l’Italia è bellissima. Da Nord a Sud, da Est a Ovest. Pochi
ci tengono testa per la storia e l’arte, meno ancora per la cucina e le
automobili, e praticamente nessuno è in grado di tenere testa se combinate il
tutto. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Facciamo adesso un salto nel futuro, che poi sarebbe il
presente, e siamo di nuovo nel 2015. Sono a Modena, nello specifico a
Castelvetro di Modena, nella <i><a href="http://motorvalley.it/" target="_blank">Motor Valley</a></i>.
L’Emilia Romagna ha poco da invidiare in quanto ad arte, meno ancora da
invidiare in quanto a cucina (a Modena si trova l’Osteria Francescana, il
secondo miglior ristorante al mondo) e tutto da insegnare se parliamo di auto. Da
Piazza Roma, qui a Castelvetro, si vedono le colline e la campagna. Bene, nel
raggio di poche decine di km quadrati da qui sono nate Ferrari, Lamborghini,
Pagani, De Tomaso e Maserati. Anche Bugatti è passata di qui, tra la fine degli
anni ’80 e la metà dei ’90 (quand'era di proprietà di Romano Artioli, l’uomo
che ha dato il nome alla Lotus Elise) la sede era a Campogalliano, in provincia
di Modena.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxX6AfRKObdOH6Y9q0c1RWcq5oxBTvX7FhaYmq0ORBdD9PILm2VtIlWj0VLpwye6ygz6UZY4RVf-tg690B5Y8XLsX7WIkbYdTkdjO_aNen3p4oVr1fDcRV1d3Cpx7aQ3zOgrcyEk9lpT4/s1600/14102015+PRESS+Test+Drive+13672.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxX6AfRKObdOH6Y9q0c1RWcq5oxBTvX7FhaYmq0ORBdD9PILm2VtIlWj0VLpwye6ygz6UZY4RVf-tg690B5Y8XLsX7WIkbYdTkdjO_aNen3p4oVr1fDcRV1d3Cpx7aQ3zOgrcyEk9lpT4/s400/14102015+PRESS+Test+Drive+13672.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Parliamo un po’ meglio di Maserati e iniziamo con una breve
lezione di storia. Officine Alfieri Maserati fu fondata a Bologna nel 1914 dai
fratelli Maserati. L'ispirazione per il Tridente, simbolo e logo del marchio,
venne dalla Fontana del Nettuno, nell'eponima piazza a Bologna. Nei suoi 101
anni di storia Maserati ha vissuto vicissitudini e picchi di gloria, come ad
esempio quando vinse il campionato di F1 nel 1957 con un certo Juan Manuel
Fangio alla guida della 250F, e la doppia vittoria 500 Miglia di Indianapolis,
con Wilbur Shaw, nel '39 e nel '40. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ancora oggi, primo ed unico costruttore Italiano a trionfare
alla storica gara in Indiana, Stati Uniti. Negli anni è passata sotto il
controllo dei fratelli Orsi, furono loro a spostare la sede da Bologna a Modena
negli anni '30, è stata successivamente di proprietà di Citroën, De Tomaso,
Fiat, Ferrari e oggi fa capo al gruppo FCA (Fiat Chrysler Automobiles). Sotto il
controllo del gruppo Italo-Americano, il marchio del Tridente sta vivendo una
rinascita. La produzione è passata dai 6.300 modelli del 2011, agli oltre 36.500
del 2014. <o:p></o:p><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4Ee2j1prD1xuRuQapEVPV2qzXELI9OTLPmVH5JTNvQBLP72JRIyd7mXB67HiI0DkII5JiRGZcKzI4-avRnyMj_PS4UQY2vMCEK75oZHqPfK_fCWYjzpPnQzgQ2Is5cwvyCUYVH70amiU/s1600/14102015+PRESS+Test+Drive+10061.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4Ee2j1prD1xuRuQapEVPV2qzXELI9OTLPmVH5JTNvQBLP72JRIyd7mXB67HiI0DkII5JiRGZcKzI4-avRnyMj_PS4UQY2vMCEK75oZHqPfK_fCWYjzpPnQzgQ2Is5cwvyCUYVH70amiU/s400/14102015+PRESS+Test+Drive+10061.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Maserati ha in gamma quattro modelli al momento. Ghibli,
GranTurismo, GranCabrio e <a href="https://www.youtube.com/watch?v=ErPcNBaX09s" target="_blank">Quattroporte</a>, quest'ultima è quella che ci interessa
oggi. Il motore è un 3 litri biturbo da 410 cavalli che dal 2013, insieme al 3
litri diesel e 3,8 V8 della GTS, ha sostituito il 4,2 e 4,7 litri aspirato. Il
nuovo propulsore ha migliorato i consumi, le prestazioni e le emissioni. La
gigantessa (5 metri e 20 di lunghezza) si muove come un gattone docile,
fluttuando in 7° o 8° a 50 o 70 orari. Ma sa anche muoversi come un ocelot, da 0
a ben oltre 130 in 3°. E in fretta. Il nuovo 3 litri con doppia
sovralimentazione l’ha resa un’auto più progressiva e incrementale; il classico
calcio nelle reni da “gas in fondo” si è trasformato in un'inesorabile
accelerazione che diventa irresistibile mentre salgono i giri. La Quattroporte
scalpita nel settore delle "uber-berline" di lusso, ma mentre le
rivali sono un po' delle laureate snob, la “Maser” somiglia più a un playboy
ribelle che, alla fine del ballo della scuola, è quello che si porta a casa la
bella della festa.<o:p></o:p></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisXqPb81hv80NSM3VGKmzUjcZmxUmT2lMJtOvYrz8LpxtPshlF-9baORstDQC9H6zFwf_4x1b04ab87Tmf94LkmAdj7fIIZg4xxNspYvmQsZr-DlzmsWxenQAOd0lqUIuMAZM1rpvCc4Y/s1600/12115493_10154234847543496_3752927349519343696_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisXqPb81hv80NSM3VGKmzUjcZmxUmT2lMJtOvYrz8LpxtPshlF-9baORstDQC9H6zFwf_4x1b04ab87Tmf94LkmAdj7fIIZg4xxNspYvmQsZr-DlzmsWxenQAOd0lqUIuMAZM1rpvCc4Y/s400/12115493_10154234847543496_3752927349519343696_n.jpg" width="353" /></a></div>
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<br /></div>
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Maserati è diventata leggendaria facendo cose leggendarie. E
non solamente per le vittorie in F1 con Fangio e alle due vittorie di
Indianapolis con Shaw. Maserati ha preso il segmento quasi
per definizione più grigio del settore auto, quello delle berline di lusso, e
lo ha ravvivato con la Quattroporte. La “vecchia” nuova Quattroporte uscita nel
2003 era caotica, rissosa, rabbiosa, rumorosa e spettacolare. La “nuova” nuova
Quattroporte prodotta dal 2013 che vedete in foto nella versione Model Year
2016 ha la stessa anima, solo un po’ più efficiente e razionale. Va forte. Fa
casino. Fa spettacolo. È più razionale e civilizzata, i suoi punti di forza
rimangono gli stessi di sempre. La personalità, il look e il sound.<o:p></o:p><br />
<br />
Torniamo per un attimo a sei anni fa e quasi 10.000 km più a Ovest di qua. Il tipo con gli occhiali da architetto paga e se ne va e io ordino caffè. Nero. Niente zucchero, niente latte. So già che farà schifo, ma la caffeina è caffeina e io devo guidare per altre quattro ore nel deserto per tornare in hotel a Las Vegas. Sulla carta, la Mustang che vedo dalla vetrata non ha niente a che vedere con la Maserati Quattroporte. Coupè vs berlina. Aspirato vs turbo. La prima è una working-class hero, la seconda è un’espressione del lusso. Eppure hanno un tratto in comune fondamentale, il più importante per un’auto. La personalità.</div>
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<br /></div>
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Sotto molti aspetti, perdonate la metafora semi-calcistica,
la Quattroporte sta al suo segmento di mercato come Melissa Satta sta al
salotto di un noto programma sportivo in tarda serata il Lunedì. Rispetto alla
concorrenza non vince necessariamente dal punto di vista “tecnico”, ma vive di
luce propria. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ed è davvero difficile smettere di guardarla.<o:p></o:p></div>
<br />
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categoria: auto/prove su strada</div>
<div class="MsoNormal">
luogo: Modena, Ottobre 2015</div>
<div class="MsoNormal">
testo: A. Saetta Vinci </div>
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foto: Maserati</div>
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<o:p><br /></o:p></div>
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leggi la prova anche su <a href="http://decappottabiliontheroad.com/">decappottabiliontheroad.com</a><span id="goog_1559924280"></span><span id="goog_1559924281"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-48169688479496660882015-10-21T08:21:00.003-07:002015-10-21T09:03:44.834-07:00Ritorno al Futuro. DeLorean DMC-12<div class="MsoNormal">
Nel 2008 Francesco Mandelli (attore, I Soliti Idioti)
e Alessandro Cattelan (conduttore, X Factor), allora entrambi VJ di MTV Italia,
partirono verso gli Stati Uniti per un programma che si chiamava Lazarus (quasi tutte le puntate del programma sono visibili su YouTube) e che rimane ad oggi il miglior
programma televisivo mai prodotto in Italia negli ultimi 10-15 anni.</div>
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<o:p></o:p></div>
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<br /></div>
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La premessa era semplice. Un viaggio a tappe per gli U.S.A. nei luoghi dove sono nate o vissute o morte alcune fra
le più leggendarie icone culturali degli ultimi 100 anni, per capire se sarebbero ugualmente diventate
leggende anche se non fossero schiantati giovani. </div>
<div class="MsoNormal">
Marylin Monroe, Tupac Shakur, Jimi Hendrix, Jim Morrison,
Elvis Presley, Martin Luther King, Kurt Cobain e la lista continua. Al di là
dell’innegabile talento e impatto culturale, quanto ha contribuito la loro
morte prematura e quasi sempre violenta e drammatica a renderli immortali nell’immaginario
collettivo? <o:p></o:p></div>
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<br /></div>
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Ma la mia domanda è; ci sarà mai un altro Elvis? Avremo mai un’altra Marylin? Probabilmente
no. </div>
<div class="MsoNormal">
Il mondo odierno è veloce e impaziente. YouTube, Blogger, Wordpress, vari Talent Show fanno emergere bombe mediatiche da 100 milioni di visualizzazioni in 3 giorni,
salvo poi dimenticarsene nel giro di qualche anno. Quando va bene.</div>
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<br /></div>
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<div class="MsoNormal">
Lo stesso vale per le auto. Prendete Ferrari, dalla <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrari_F40" target="_blank">F40</a> fino
alla F50 per esempio, un decennio in cui ogni auto del Cavallino ha vissuto di
luce propria. Ognuna diversa e impossibile da mescolare con un’altra. E poi?
Certo La Ferrari LaFerrari e la Enzo sono uniche, ma quanti di voi sarebbero in
grado di riconoscere all’istante una 430 da una 360? E una 458 da una 488? E
nessun marchio d’auto è più iconico di Ferrari quindi figuriamoci gli altri.<o:p></o:p></div>
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<br /></div>
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Sicuramente non vi sarà sfuggito (ho contato circa 27 post
dei miei contatti su Facebook solo negli ultimi 20 minuti) che il 21 Ottobre 2015,
la data di oggi, è quella che appare sulla macchina del tempo in <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Ritorno_al_futuro_(trilogia)" target="_blank">Ritorno al Futuro</a> (parlando di icone, questo film lo è). <o:p></o:p></div>
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<br /></div>
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La macchina del tempo in questione è la <a href="http://www.deloreanmuseum.org/car.html" target="_blank">DeLorean DMC-12</a>. Prodotta dalla defunta DeLorean Motor Company dal 1981 al
1983, ne esistono ad oggi solamente 7.000 circa in tutto il mondo. </div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhysyJD2BUa2zUFD5RjTLU3o45EzOA8prqKZKO15u9v5PL_xOoL3Lr_BWMiZnzqTIFSZo8tOLE4dR87G9AO8lmdotqLNK1bp93yo2x4-5DOshBb52xeXzVoFD-JWXTlhzSiseEjjJwTjME/s1600/73-DeLorean-DMC12-DV-09_CI-02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhysyJD2BUa2zUFD5RjTLU3o45EzOA8prqKZKO15u9v5PL_xOoL3Lr_BWMiZnzqTIFSZo8tOLE4dR87G9AO8lmdotqLNK1bp93yo2x4-5DOshBb52xeXzVoFD-JWXTlhzSiseEjjJwTjME/s400/73-DeLorean-DMC12-DV-09_CI-02.jpg" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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La DMC-12 originale montava portiere ad ala di gabbiano e carrozzeria di
acciaio inossidabile non verniciata, era equipaggiata con un V6 di derivazione
Volvo-Renault (non esattamente una combinazione corsaiola) che da nuovo
garantiva 130 cavalli. Quindi a un eventuale test su banco oggi, credo che nessuna DeLorean ancora
intatta sarebbe in grado di sviluppare più di 100 cavalli. </div>
<div class="MsoNormal">
Ufficialmente, l'auto garantiva uno 0-100 in 8,8 secondi, ma nei test effettuati non ha mai fatto meglio di 10. In termini motoristici moderni, da zero a cento in oltre 10 secondi
equivale a camminare. </div>
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<o:p></o:p></div>
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<br /></div>
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Era un'auto complessa e avanguardista sotto certi aspetti, anche troppo forse. Un progetto che oggi probabilmente non uscirebbe dal foglio sul quale è stato disegnato. <o:p></o:p></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Eppure, nel 2015, a 30 anni esatti dal film che la resa
famosa siamo ancora qui a ricordarla come uno dei prodotti più interessanti e
affascinanti della storia dell’auto.<o:p></o:p></div>
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<br /></div>
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Così come la DeLorean e così come la saga di Ritorno al
Futuro, sono un prodotto degli anni ’80, non ero ancora nato nel 1985 ma mi
vanto comunque di far parte dell’unica generazione che è riuscita a godersi la
vita senza tecnologia ma che allo stesso tempo non ha dovuto fare alcuna fatica
per adattarsi… ma tanto è inutile che continui a scrivere, state
probabilmente leggendo questo dal vostro iPhone e sarei onestamente sorpreso se
<i>steste</i> ancora leggendo. Così come sarei sorpreso se in questo momento non
<i>steste</i> cercando “<i>steste</i>” con un app dizionario sul vostro smartphone per
verificare che il congiuntivo imperfetto del verbo stare è proprio “<i>steste</i>”.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSv9lqt9RQGRFI8aTMm041fe_6OR7gXyPSyXHDcr2fB9rJ08DTlafxx9I10leEaGRrvLW4ZsVuOk-3Zh-2GeyUWrKr9yvppIVVohI2Aemec8K1_c693lTj323t1btERQMEA48uPUJZ6L8/s1600/maxresdefault.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSv9lqt9RQGRFI8aTMm041fe_6OR7gXyPSyXHDcr2fB9rJ08DTlafxx9I10leEaGRrvLW4ZsVuOk-3Zh-2GeyUWrKr9yvppIVVohI2Aemec8K1_c693lTj323t1btERQMEA48uPUJZ6L8/s400/maxresdefault.jpg" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
categoria: auto/news </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
testo: Ale S. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
foto: Getty</div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-54478863199831137752015-10-16T08:07:00.001-07:002015-10-16T08:09:08.322-07:00Monte Carlo. Estuario di Contanti.Dal primo passo, dal primo sguardo è impossibile fraintendere Monaco. Monte Carlo, Principato di Monaco è una dichiarazione d’intenti. E’ un microcosmo indipendente e individualista che vive, respira, e soprattutto spende per conto proprio. Ci sono pochissimi luoghi al mondo che si possono paragonare, Principato di Andorra, San Marino, Liechtenstein per esempio, ma tutti questi luoghi hanno in comune col principato monegasco solamente le ridotte dimensioni, e il segreto bancario. E se si deve dar retta alle voci, pare che a breve sia destinato a scomparire pure quello.<br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8cCWzZN7lTKuNMLGQkBNOq69frtXqsjPZMU7DnSfXbmZ2Pdm9oajje50evi6r01DPF1qKyP1ZxCaX5R2YVRXdNcO16ays9GNOQwqRzQ4RFrJIEgoej7FzcWEPLqPCoyO-nO-7J9SWpv8/s1600/picsart_1368982252620.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8cCWzZN7lTKuNMLGQkBNOq69frtXqsjPZMU7DnSfXbmZ2Pdm9oajje50evi6r01DPF1qKyP1ZxCaX5R2YVRXdNcO16ays9GNOQwqRzQ4RFrJIEgoej7FzcWEPLqPCoyO-nO-7J9SWpv8/s400/picsart_1368982252620.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
Dopo un buon millennio incastonato tra Francia e Italia come principato indipendente semplicemente perché nessuno dei due vicini era particolarmente interessato, nel 1854 il gioco d’azzardo fu legalizzato dal principe Florestano I di Monaco e due anni dopo aprì ufficialmente il casinò. Era il 1856. Ci sono voluti secoli di storia per plasmare l’Italia così come la conosciamo. A Monaco sono bastati 100 anni. Il casinò ebbe un successo così immediato e clamoroso da indurre il governo ad abolire completamente le tasse sul reddito dei propri cittadini nel 1869, nel 1929 ci fu il primo gran premio di Formula 1 e nel 1956 Grace Kelly sposò il principe Ranieri III di Monaco. Ecco fatto. Il Gran Premio di Monaco è probabilmente il più famoso e il più ammirato sia dal pubblico che dai piloti, se non altro perché la metà di essi risiede nel Principato. Non è sorprendente che la storia di Monaco sia così strettamente collegata al mondo dell’automobilismo. Per molti fra i milionari e miliardari di contanti, ma tecnicamente in bancarotta in quanto a gusto, le automobili sono quanto di più vicino alla cultura ci possa essere. Vantarsi di una Bugatti è semplicemente più semplice e veloce che vantarsi di un Rembrandt. “Ah sì, Picasso. Ne ho avuta una, accelerazione formidabile ma scarsa tenuta di strada”. Le macchine diventano l’imitazione della civilizzazione in una terra dove nessuno fa niente, o sa niente. La breve storia dell’automobile diventa il Rinascimento che Monte Carlo non ha mai avuto. E' F1, è mare cristallino e 300 giorni annui di sole. Le strade sono pulite e immacolate, gli edifici nuovi e perfettamente curati. Monte Carlo è un magnete per milionari, multi milionari e miliardari. Che siate piloti di F1, attori, artisti, politici, imprenditori i soldi qui sono sempre verdi, puliti o sporchi. E sono strani. Non reagiscono mai come si pensa. Come l’acqua. L’acqua ti scivola tra le dita e si insinua semplicemente attraverso il percorso che offre meno resistenza. E non è sempre bella. O pulita. O limpida. O fresca. Monte Carlo è una pozzanghera di soldi. Un estuario di contanti. Come se l’intero flusso di denaro dell’emisfero occidentale e nord-est europeo avesse trovato il suo percorso naturale attraverso il Continente per sfociare qui, uno stagno di avarizia che poi va a finire nel Mediterraneo.<br />
<br />
Qualunque cosa possiate pensare di Monaco, è un bel posto. Le chiacchiere rimangono nei bar dove il caffè costa 3 € (per essere onesti, Piazza della Repubblica a Firenze, Piazza del Duomo a Milano e Knightsbridge, Londra. Solo alcuni esempi tra i posti dove un caffè da seduti costa ben più di 3 €). In particolare, Monte Carlo è un posto speciale per chi ama le auto. Qualunque ora, qualunque giorno dell’anno ci sono almeno due o tre tra Ferrari, Lamborghini e Porsche in Place de Casino. Pensate alle vostre auto preferite, l’auto dei vostri sogni.<a href="http://leavemeflabbergasted.com/2015/04/23/monaco-red-amber-green-a-white-lfa/" target="_blank"> Lexus LFA</a>, Dodge Viper, Pagani Huayra, Pagani Zonda, Shelby Cobra, Ferrari LaFerrari. Per quanto assurda o rara, statisticamente è qui che avrete più possibilità di vederne una. Io adoro Monte Carlo. E’ qui che ho guidato la mia auto dei sogni, <a href="https://alesae.wordpress.com/2014/04/22/lexus-lfa-in-cote-dazur/" target="_blank">Lexus LFA</a>, è qui che ho visitato il Top Marques ed è qui che ho assistito al mio primo Gran Premio di F1. Il GP di Monaco è il più iconico e leggendario, e il più significativo.<br />
<br />
Molti amano associare Monte Carlo alla parola glamour. Perdonate ma non c'è niente di "glamorous" nell'assistere a petrolmiliardari russi alti due metri e larghi due metri braccare la schiena delle loro compagne pneumatiche alte due metri e con seni della circonferenza di due metri. Sicuramente stanno insieme per amore. Monte Carlo è un museo dell'auto a cielo aperto ma non cercateci l'eleganza perché non c'è.<br />
<br />
Ho passato ore, in svariate occasioni, a volte solo e a volte in compagnia, seduto ai tavolini esterni del <a href="http://www.montecarlosbm.com/restaurants-in-monaco/brasseries/" target="_blank">Café de Paris</a> semplicemente bevendo un caffè e guardando le auto che passavano. Spesso nel tentativo di formare nella mia mente una prosa convincente per descrivere su carta un evento, un viaggio o una prova su strada auto da pubblicare <a href="http://www.arbuturian.com/travel/travelfeatures/death-valley-national-park" target="_blank">qui</a> o <a href="http://www.duemotori.com/news/test_auto/36508_Gallardo_Spyder_vs_Copen_il_gigante_e_la_bambina.php" target="_blank">là</a>. La mia mente si è spesso elasticizzata verso i poli estremi del mio <a href="http://www.thesaurus.com/" target="_blank">thesaurus</a>, e l'aggettivo elegante non è mai stato tra quelli presenti.<br />
<br />
Non ricordo l'anno in cui ho fatto questa foto, forse 2013, forse 2014.<br />
Una Ferrari FF si fa ammirare nel mezzo al circuito, a una settimana dall'inizio del GP. Un uomo molto basso, sovrappeso e con un riporto clamoroso indossa mocassini rosa, jeans rossi, camicia gialla e giacca del team Red Bull. E un cappellino Mercedes.<br />
Sale sulla FF, la fidanzata biondissima e svetlanissima sale dal lato passeggero. E la Ferrari accelera verso il porto.<br />
<br />
Ma vedi tu 'sto gran bast...<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiVXicJ2pvUA6t4PUo3eB8WgbzOClYNp3ApORKy2DAPOpL9mBtUgWrgqodDn3rJ1fLvOzDtCrwKpLA_Mzw9IonZgLk-hTa8WkgUM5VPcLROhFCAgc3KkID4p-Bl4IrcqMQwT9h_x7Ys4k/s1600/20130519_125239-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiVXicJ2pvUA6t4PUo3eB8WgbzOClYNp3ApORKy2DAPOpL9mBtUgWrgqodDn3rJ1fLvOzDtCrwKpLA_Mzw9IonZgLk-hTa8WkgUM5VPcLROhFCAgc3KkID4p-Bl4IrcqMQwT9h_x7Ys4k/s400/20130519_125239-2.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
-- -- -- -- -- -- --<br />
categoria: auto/viaggi - news<br />
luogo: Monte Carlo, Principato di Monaco<br />
testo & foto: Ale S.<br />
-- -- -- -- -- -- --<br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-72300001773977785662015-09-20T09:14:00.000-07:002015-09-20T13:32:41.234-07:00Singapore GPIl Biondo, che prima conoscevamo come Il Nero, si blocca e si intoppa, costretto al ritiro causa guasto. Hamilton rimane comunque saldamente in testa alla classifica perché Vettel, Ricciardo e Raikkonen (in quest'ordine) relegano il collega/compagno di scuderia/principale rivale per il titolo Rosberg a una "misera" quarta posizione (solamente 12 punti guadagnati).<br />
Rimandato il traguardo dei 41 GP vinti come il suo idolo Senna. Sono invece 42 (superato Senna, nel mirino <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Alain_Prost" target="_blank">Alain Prost</a> che ne ha vinti 51) le vittorie dell'energico e talentuoso Vettel (che non ha vinto quattro mondiali solo perché aveva la macchina migliore, come sostenevano in tanti) che vince meritatamente e regala, insieme al finlandese che non ride veramente mai, punti, respiro e morale alla Scuderia Ferrari.<br />
<br />
Per il resto?<br />
<br />
Degna di menzione l'allegra passeggiata in pista di un fan<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjstQSasWjACBDmi9ZBm1YubqAnzzf-58B2YxCnfi_TuTDqrtXSfOQoOJB28eYv3UyjeVSHzVRq5tXd6HGU6kOcCjfb9n8DT0V4Wn58dTr17c77xzToBcmcK1NTZ5QrSu9Lyf9YOv3KhqU/s1600/man.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjstQSasWjACBDmi9ZBm1YubqAnzzf-58B2YxCnfi_TuTDqrtXSfOQoOJB28eYv3UyjeVSHzVRq5tXd6HGU6kOcCjfb9n8DT0V4Wn58dTr17c77xzToBcmcK1NTZ5QrSu9Lyf9YOv3KhqU/s320/man.png" width="320" /></a></div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
e soprattutto Verstappen.<br />
<br />
Max l'Olandese, classe 1997, non ha neppure la patente per guidare in strada ma in pista mette talento, grinta agonistica e soprattutto carattere, rispondendo con un secco e inequivocabile "no" all'ordine di scuderia che gli chiedeva di far passare il compagno.<br />
<br />
L'ultima menzione per il tracciato (in notturna) di Singapore.<br />
<br />
Vessato, criticato e mal digerito dai fan evergreen e amarcord (massì, mettiamoci un po' di parole fighe). Fa troppo caldo, è troppo umido, circuito inutile, brutto, noioso. Queste le critiche. Ok, tutto quello che volete.<br />
<br />
Ma guardate qua che spettacolo.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHILG70Ad3AZb2ZA6FJn9lwU6OlEIi9O3mCX1Q6IF5w3YsTNU9KjNQJwYmtiTdwHf-8l-oqW9zd6UyugfiqfLPSQqfsZ2VcqbC7_NawWWPkdhf4mojZP_KBgZ6uEUqHEugSq1K_S77LiU/s1600/Singapore_GP_2014_F1weekends.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHILG70Ad3AZb2ZA6FJn9lwU6OlEIi9O3mCX1Q6IF5w3YsTNU9KjNQJwYmtiTdwHf-8l-oqW9zd6UyugfiqfLPSQqfsZ2VcqbC7_NawWWPkdhf4mojZP_KBgZ6uEUqHEugSq1K_S77LiU/s400/Singapore_GP_2014_F1weekends.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
-- -- -- -- -- -- --<br />
categoria: auto - news<br />
testo: Ale S.<br />
foto: straittimes<br />
-- -- -- -- -- -- --Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-17495684038955039662015-09-17T07:40:00.000-07:002017-01-04T08:46:18.439-08:00Dal Salone di Francoforte: Porsche Mission-E<div class="MsoNormal">
Il calendario annuale si divide in oltre <a href="http://www.edmunds.com/auto-shows/calendar.html">centocinquanta tra Motor
show, rappresentazioni e fiere</a>. Senza contare lo sterminato numero di
raduni locali. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
La lista è una saga e include di tutto dal <a href="http://www.bocaratonconcours.com/bocaratonconcours/index.php">Concorso
d’Eleganza di Boca Raton</a>, leggendaria località di lusso a Palm Beach,
Florida; fino alla fiera automobilistica di <a href="http://www.svab.bg/Frame/Index.htm">Sofia, Bulgaria</a>.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
I saloni più famosi sono Ginevra, Parigi, Tokyo, Detroit e,
in corso in questi giorni, Francoforte.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ogni anno vengono presentati dozzine di nuovi modelli le cui
lodi vengono decantate da squadre di giornalisti specializzati che esplorano
cataloghi dei loro thesaurus (o forse il plurale è thesauri?) per trovare nuovi
sinonimi con cui descrivere assurdi o intriganti concept che verranno
cancellati, schiacciati dalle logiche del mercato, oppure completamente
stravolti durante la fase di produzione a causa… delle logiche del mercato.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ogni anno, immancabilmente, Mercedes, Bmw e il gruppo
Volkswagen presentano almeno due o tre nuove proposte per ogni marchio che
posseggono, quindi nel caso VW le novità sono generalmente due o trecento. Di
solito quest’ultima annuncia l’ennesima acquisizione da assimilare al proprio
gruppo, già molto ricco visto che VW possiede o controlla, tra le altre, Audi,
Seat, Skoda, Bugatti, Bentley, Paperino, Topolino, il Chad, lo Zimbabwe e
Spongebob.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Parlando di marchi controllati, associati o posseduti dal
gigante di Wolfsburg (e non si tratta di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Bas_Dost">Bas Dost</a>), arriviamo a
Porsche. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrkxNPGmFDYpo-SkZovBL4haRGrDU7Py67lhKQInXkAJXUOKtUhUKSyXYKSRESQbCp3yn6GfPEZ-3pMIOpHlaTVrQRkeeAcQs3gmTk5g_VRx6qEl9isvWMsQlrlbEDIv3d3f3iDcdnUBI/s1600/1430913370617947567.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrkxNPGmFDYpo-SkZovBL4haRGrDU7Py67lhKQInXkAJXUOKtUhUKSyXYKSRESQbCp3yn6GfPEZ-3pMIOpHlaTVrQRkeeAcQs3gmTk5g_VRx6qEl9isvWMsQlrlbEDIv3d3f3iDcdnUBI/s400/1430913370617947567.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Onestamente, il mercato dell’auto è amalgamato
e sempre più ampio. Mercedes, BMW e Audi esauriranno le lettere dell’alfabeto e
i numeri con cui chiamare le loro auto prima di esaurire le idee. E di novità,
nel vero senso della parola, ce ne sono poche.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Vediamo; la VW ha presentato la nuova Tiguan, che è basata
sulla Golf, c’è la TT coupé, che è basata sulla Golf. In catalogo abbiamo poi la Skoda Superb, che è una Golf, la Skoda Octavia, che è una Golf. E la Skoda Fabia, che è una Polo. Poi, ovviamente, c’è la
sobria <a href="http://www.bentleymotors.com/en/models/bentayga.html" target="_blank">Bentley Bentayga</a>, che è costruita sulla stessa base dell’Audi Q7. Che è
essenzialmente una Volskwagen Touareg.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Porsche ha spezzato la noia color verde oliva che attanaglia
ogni salone che si rispetti presentando la Mission-E (giuro, si chiama così
davvero). <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Vorrei, vorrei davvero criticare. Vorrei prendere in giro: “Ah!
Salviamo il petrolio. Salviamo il diritto di inquinare! Salviamo i W16
alimentati a spremute di orsi polari!”<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcot-3TJ84J-s5pJuXoMAnT3-WXKr3CT9vcxrwEDWBNo4ZstWos-s6RNoXmDO5_fkjQKmxP1iRw5KMJMSL7MqAkw_3Z_XHcf3ajapUMJu1C4dsDn_P7sKY6w5Q294bMzxhV8dwNnuFhdI/s1600/1430913371100833199.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcot-3TJ84J-s5pJuXoMAnT3-WXKr3CT9vcxrwEDWBNo4ZstWos-s6RNoXmDO5_fkjQKmxP1iRw5KMJMSL7MqAkw_3Z_XHcf3ajapUMJu1C4dsDn_P7sKY6w5Q294bMzxhV8dwNnuFhdI/s320/1430913371100833199.jpg" width="320" /></a>La cruda verità è che il motore termico è, da un punto di vista
pratico e non solo etico, semplicemente superato. Questa è la realtà,
non è un’opinione, non è un salto mortale moralistico. E' la verità.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Così com’è vero che le migliori due auto che abbia guidato
negli ultimi 12-15 mesi, e di gran lunga, sono la <a href="http://leavemeflabbergasted.com/2014/11/20/bmw-i8-timing-is-key/" target="_blank">BMW i8</a> e la <a href="http://leavemeflabbergasted.com/2014/09/17/tesla-model-s-p85/" target="_blank">Tesla Model S</a>.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
La Mission-E promette uno 0-100 in 3,5 secondi, 300 miglia
di autonomia (circa 482 chilometri), 600 cavalli, l’80 % di carica
raggiungibile in soli 15 minuti grazie agli 800 Volt di potenza e un peso
inferiore alle due tonnellate.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
La Mission-E è una via di mezzo, in dimensioni, tra la
Panamera e la 911, anche se in realtà somiglia più a una 911 a quattro porte
che a una Panamera in scala ridotta. E' ancora in fase di sviluppo, quindi ogni
giudizio è prematuro.</div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
Ma la Porsche Mission-E è solo un’altra dimostrazione di
come cambi il gioco quando i grossi giocatori del mondo automobilistico
investono e si concentrano sull'elettrico. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
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</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj18lBzJoAyQive-GJkpS6uVGS8l7Vd2zMJXGZ-BqBhkk1HO1L8ct_G2-fEQQ_FObxHHihpd_1EfxGY2GZfalsv-BIj2sxHpV6OybwHaiK6apobrsJXhT34v_MC4d7NKQbK3-W-jQ27oQw/s1600/1430913371189861295.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj18lBzJoAyQive-GJkpS6uVGS8l7Vd2zMJXGZ-BqBhkk1HO1L8ct_G2-fEQQ_FObxHHihpd_1EfxGY2GZfalsv-BIj2sxHpV6OybwHaiK6apobrsJXhT34v_MC4d7NKQbK3-W-jQ27oQw/s400/1430913371189861295.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
-- -- -- -- -- -- --</div>
<div class="MsoNormal">
categoria: auto - news<br />
luogo: Francoforte, Germania (Settembre 2015)</div>
<div class="MsoNormal">
testo: Ale Renesis</div>
<div class="MsoNormal">
foto: Porsche<br />
pubblicato anche su tomshw.it</div>
<div class="MsoNormal">
-- -- -- -- -- -- --</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMvIBOMfz3M-CwFoFXdQyZMYPS0k9ibm_uUIt09Cirthwke9Mil24UXrw0UKLLU8SrhVrdaeQ_SoNOn4JveYWolbtFgIjNepqqBGYHt0ux1SePUSEJyefO-51X8s2gXUwfsqU2vYAevo8/s1600/1430913370740602543.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMvIBOMfz3M-CwFoFXdQyZMYPS0k9ibm_uUIt09Cirthwke9Mil24UXrw0UKLLU8SrhVrdaeQ_SoNOn4JveYWolbtFgIjNepqqBGYHt0ux1SePUSEJyefO-51X8s2gXUwfsqU2vYAevo8/s400/1430913370740602543.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-27555480664218719692015-08-05T02:54:00.001-07:002015-09-20T06:40:19.018-07:00Se Sa, Non Parla - Breve presentazione di Wellton e del suo lavoro all'Elefant Hotel di Riga.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgme5MqRdgRaXs7DoOaNOl5ZjNjwaKEQW0hPMXHs_kiu8e_fw_AYBLh_SvxdoHkB8PW3VV4OVDI9Ydrp3WtEBMt99AcL6pUn-boBDkmxAHkKyHlHQS2fv6tpghvRFMQXnYJ0sN4yCW_INU/s1600/IMG_20130811_115502.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgme5MqRdgRaXs7DoOaNOl5ZjNjwaKEQW0hPMXHs_kiu8e_fw_AYBLh_SvxdoHkB8PW3VV4OVDI9Ydrp3WtEBMt99AcL6pUn-boBDkmxAHkKyHlHQS2fv6tpghvRFMQXnYJ0sN4yCW_INU/s400/IMG_20130811_115502.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Se fossi qui per intervistarlo, incontrerei delle difficoltà
perché questo personaggio non promette bene. Non è loquace, in effetti non
parla mai, di lui si sa solo che vive e lavora presso il moderno ed eclettico
hotel <a href="http://www.galahotels.com/en/Hotel/Latvia_125/Riga_13527/Welton_Elefant_141978?gclid=CjwKEAjw6IauBRCJ3KPXkNro1BoSJAAhXxpyEfryU5AtRW4MJIwyVF45Jeeh_T63eqprBQoIzt0-gxoClPfw_wcB" target="_blank">Elefant di Riga</a> dal 2012, anche se alcuni sostengono sia qui dal 2009.
Non ci è data la certezza perché le fonti sono vaghe e contraddittorie. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Il suo nome è Wellton e il suo compito all'interno
dell’hotel è quello del <i>porter</i>, o forse sarebbe più appropriato riassumere le
mansioni che svolge qui utilizzando il termine “accoglienza”. Essenzialmente,
Wellton passa le sue giornate (e anche le sue notti) qui, nella hall
dell’hotel, in silenzio stoico e in posa statuaria e quasi militaresca, dando
il benvenuto ai clienti dell’hotel.<o:p></o:p></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
Una figura arcaica, quasi preistorica, di quelle che non
esistono più in questi hotel moderni tutto
fai-da-te/rifatti-il-letto-da-solo/reception-sempre-aperta-perché-tanto-non-c’è-mai-nessuno.
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Se si considerano le evidenti e inevitabili mancanze della
sua personalità, c’è da dire che Wellton è davvero un tipo interessante. Quando
lo incontro, Wellton è in piedi, come sempre, nella hall dell’hotel e sta
svolgendo diligentemente il suo compito.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Provo a fargli alcune domande. Check-out, check-in, cosa c’è
da vedere in città, a che ora chiude il bar e cosa ne pensa del rapporto
inverso tra la crescita del P.I.L. dello Zimbabwe in relazione alla tendenza
all'inflazione nel Gabon in proporzione alla crescita del mercato delle banane
in Congo da un punto di vista prettamente geo-socio-politico. Le classiche
domande che si fanno agli impiegati degli hotel. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Invano, perché Wellton non risponde, non emette fiato, non
si fa distrarre e non perde la sua professionalità. Certamente dedito al lavoro,
il tipo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRj9bhBwFtcIuCoeBkyPXQY5KRdp6NpM-gaBnwAPF-oxhWsHGSjZ4i9wj844C5dNqNpZA0XYHvp2Ac81DMKGicf5BgMSnKIDd1UA8sm0zPfi_y4Jz1acEyahC8sDYCSH2tOR3bGAL_eA0/s1600/IMG_20130811_095001+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRj9bhBwFtcIuCoeBkyPXQY5KRdp6NpM-gaBnwAPF-oxhWsHGSjZ4i9wj844C5dNqNpZA0XYHvp2Ac81DMKGicf5BgMSnKIDd1UA8sm0zPfi_y4Jz1acEyahC8sDYCSH2tOR3bGAL_eA0/s320/IMG_20130811_095001+%25282%2529.jpg" width="240" /></a>Alcune caratteristiche fisiche di Wellton le noti per forza
quando ti avvicini per presentarti (inutilmente, lui non si muoverà di un
millimetro), per esempio è alto, molto alto, supera di molto i due metri e la
sua struttura fisica è imponente. Una personalità così mansueta per un
ragazzone così grosso. Non voglio insistere nel cercare di scambiarci due
chiacchiere perché so quanto il suo lavoro sia fondamentale e lui lo svolge con
autorevolezza Samaritana; assorbe ogni abuso, concettuale più che fisico perché
è impossibile fargli male, dei bambini che lo circondano mentre i genitori si
occupano del check-in. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Lo ammiro, ma allo stesso tempo non riesco a fare a meno di
disprezzarlo inconsciamente. Credo che mi dia fastidio la sua impenetrabile
flemma, questa sua spettrale mancanza di umanità, la sua passività assoluta e
imperturbabile. Fate battute tremende e cattive quanto volete sul suo enorme
naso e lui rimarrà freddo, la sua espressione fissa e persa nel vuoto, non
rivela nulla. Mai. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Non riesco a fare a meno di fissarlo mentre, al piano
superiore dove si trovano le camere dell’hotel, mi affaccio dal balcone e lo
guardo dall'alto. E lui se ne sta lì, in piedi sulle sue quattro zampe e con i
suoi occhi vuoti, tristi. Mi chiedo se sia costruito in gesso o marmo o
granito.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Da lui non lo sapremo mai perché, prima di tutto, Wellton è omertoso.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
Se sa, non parla.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrr0RWMFCPYErKCFiCqM4n6AzO7GPZSu4LBcNsys5Wq24gdlG-TML44xVSCflFjOijw1ymJYjEX_Asu4PoaJdIhMlzWc3mzaQi-KLZdf2_P7YfJiHKqPegB0HdJ4ISMDHKdjYunj-hMIY/s1600/2631759-Wellton-Elefant-Hotel-Other-1-DEF.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrr0RWMFCPYErKCFiCqM4n6AzO7GPZSu4LBcNsys5Wq24gdlG-TML44xVSCflFjOijw1ymJYjEX_Asu4PoaJdIhMlzWc3mzaQi-KLZdf2_P7YfJiHKqPegB0HdJ4ISMDHKdjYunj-hMIY/s400/2631759-Wellton-Elefant-Hotel-Other-1-DEF.jpg" width="380" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
-- -- -- -- -- -- --</div>
<div class="MsoNormal">
categoria: viaggio<br />
luogo: Riga, Lettonia</div>
<div class="MsoNormal">
testo & foto: Ale S.<br />
-- -- -- -- -- -- --</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comLettonia57.007841616640093 24.1479492187556.730887116640091 23.50250221875 57.284796116640095 24.79339621875tag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-46280359589159424092015-07-23T07:11:00.000-07:002015-09-20T06:41:03.038-07:00#throwbackthursday. Ferrari 458 ItaliaFerrari.<br />
Solo dirlo gonfia i petti, drizza le schiene. <a href="https://www.youtube.com/watch?v=l2fA7d6G8zQ" target="_blank">Ferrari</a> è uno dei più grandi marchi al mondo. Riconoscibile ovunque e desiderato da tutti. Ferrari è un punto d'arrivo.<br />
Si dice che la <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Universal_Studios" target="_blank">Universal</a> avesse tentato di includere La Ferrari LaFerrari in Fast and Furious 7. Non c'è riuscita. Qualunque altra casa automobilistica farebbe carte false per apparire in un franchise di questo livello ma con la casa del Cavallino la situazione è l'esatto opposto.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfihITsdTLOJaeGRCItEjGBjC7T8xGYtc6IrKL0OfFMueDelihPmSyE-FwGHiXvZCrRcQ00cM0HfL6aYkd4ybafps5O00fdt-BWiUDCjhQ_7cPNtUCFB3wlo1RMqZIL2IpuSQRC8046Vg/s1600/8934-london-launch-held-for-ferrari-488-gtb.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="298" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfihITsdTLOJaeGRCItEjGBjC7T8xGYtc6IrKL0OfFMueDelihPmSyE-FwGHiXvZCrRcQ00cM0HfL6aYkd4ybafps5O00fdt-BWiUDCjhQ_7cPNtUCFB3wlo1RMqZIL2IpuSQRC8046Vg/s400/8934-london-launch-held-for-ferrari-488-gtb.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<br />
Ferrari ha da poco messo sul mercato (Febbraio 2015) la nuova 488 GTB che rispetto alla precedente 458 monta un eretico 3,9 litri V8 con doppio turbo, tanti saluti al motore aspirato tanto caro ai puristi. Per celebrare la "nuova" arrivata, ecco la prova della 458 nel 2011.<br />
<br />
"Da un punto di vista pragmatico la 458 non è granché. Non ha un bagagliaio utilizzabile, non ha i sedili posteriori, l’abitacolo è angusto, è troppo bassa, troppo larga, troppo lunga, troppo ingombrante, ha una radio, che non si può ascoltare per il rumore del motore, ha il climatizzatore, che non serve a niente perché tanto l’abitacolo conosce solo una temperatura: bollente.<br />
Visto che il motore è esattamente dietro le spalle e scalda parecchio. Parliamo poi del volante. L’ormai già celeberrimo volante della 458 Italia racchiude tutti i comandi dell’auto, e intendo proprio tutti. Tergicristalli, frecce, etc..tutto sul volante. Questo significa che se per caso state girando a destra e volete mettere la freccia a destra dovrete in realtà premere il pulsante che è sulla sinistra del volante, che è girato verso destra, ma dovrete premerlo con la vostra mano sinistra. Per andare a destra. Aggiungiamo pure il prezzo, 197.000 euro. E la potenza. Oh beh certo la 458 Italia ha ben 570 cavalli, ma perché mai questo dovrebbe essere rilevante? Ci sono auto molto più potenti a prezzi più contenuti. Come la Mercedes SLS AMG per esempio, che costa circa 15.000 euro meno della 458 Italia ed è molto più potente. La SLS ha ben 571 cavalli. Addirittura UNO in più rispetto all’Italia. Ah, e non dimentichiamo che la 458 tende a prendere fuoco.<br />
Dicono ci sia qualche problema con un qualche tipo di colla che serve per fissare qualche cosa da qualche parte sull’auto. Che c'è da dire? Parlare di auto fantastiche può essere noioso. Della 458 Italia è stato detto che è bella. Ma dai? E’ veloce. Ma davvero? E’ precisa in curva? No?!!! Seriamente? E soprattutto che è emozionante. Ma pensa!?! Avrei giurato fosse come guidare una Kia Rio. Onestamente scrivere che la 458 è una gran macchina è inutile come scrivere che Jessica Alba è una bella donna. O come scrivere che Tara Palmer-Tomkinson ha qualche vizietto di troppo. Beh, ok, l’ultimo esempio è sbagliato.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEim6juByk67u0EBB4ho-PV8SO_Ksdpk4SXBcEOs4DRFcH618Lc4PWukXzPVMaKsQHzt7DfVT5uz-gn-IUlUA4kC3AjqahqCHYu6bLGbEcVGObLBjSPCUfVdoZ2WDj7uC6qot1fXfjFoca0/s1600/179891_191078054249188_7498147_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEim6juByk67u0EBB4ho-PV8SO_Ksdpk4SXBcEOs4DRFcH618Lc4PWukXzPVMaKsQHzt7DfVT5uz-gn-IUlUA4kC3AjqahqCHYu6bLGbEcVGObLBjSPCUfVdoZ2WDj7uC6qot1fXfjFoca0/s400/179891_191078054249188_7498147_n.jpg" width="400" /></a><a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Tara_Palmer-Tomkinson" target="_blank">Tara Palmer-Tomkinson</a>, detta TPT, è una di quelle che wikipedia definisce “socialite” ovvero personalità pubbliche con un ruolo non meglio precisato. Dicono si sia dovuta rifare il naso più volte perché aveva il gomito del tennista…al naso. Vedete? Parlare di auto di questo genere è come parlare di Elisabetta Canalis, si divaga. Magari ci si impegna per dire qualcosa di costruttivo e si finisce sempre a parlare del suo sedere. O del suo seno. Che più o meno è lo stesso che si può dire sulla 458. Clarkson dice che è la prima Ferrari veramente bella dai tempi della F40. Dice che è divina da guidare. Io dico che è molto elettronica. Ha reazioni estremamente controllate ma che fanno pensare che sia l’auto ad andare da sola e non voi bravi a guidarla. Sì, beh il volante è confuso, l’abitacolo è quasi invivibile per via del motore (e del calore del motore), costa cara e nelle strade cittadine è vicina ad essere inutilizzabile. Come mezzo di trasporto una Fiat Panda è più utile, così come Federica Nargi (magari) potrebbe non essere brava a cucinare… vi interessa? Come auto per andare da A a B, per trasportare cani o persone, per trasportare un armadio dell’Ikea, o per rischiare tre anni di carcere, una Fiat Panda è di gran lunga una scelta più saggia. Ma come esperienza automobilistica e non solo, non c’è granché di meglio. Se non forse guidarne una con Federica Nargi sul sedile del passeggero. Nuda."<br />
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categorie: auto - prove su strada e recensioni<br />
luogo: Artimino, Toscana, Italia<br />
testo & foto: Ale S.<br />
foto 488 GTB di superyacht<br />
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prova su strada Ferrari 458 Italia originariamente pubblicata su Road (& Cars) al vecchio dominio (ancora visibile su alesae.wordpress.com) il 2 Febbraio 2011<br />
-- -- -- -- -- -- --Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-66719321946794566802015-07-02T02:43:00.000-07:002015-10-16T08:08:57.388-07:00Bahamas. Quel Che C'è Oltre la Cartolina<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrl16wexDnm6Sgn0t6rgCAUV5AQ2xqZUC4KIjZkxBAO5qsgMNd6sBfRws5WpVkV_tMg0BMw_1_g9MM8eGw8d0lZoUb8J9leBF-4fmEvE3fmmhyphenhyphenU8QRvFov4oDbb2jXAzKUVfkPDX-BPtA/s1600/bahamas-legno.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrl16wexDnm6Sgn0t6rgCAUV5AQ2xqZUC4KIjZkxBAO5qsgMNd6sBfRws5WpVkV_tMg0BMw_1_g9MM8eGw8d0lZoUb8J9leBF-4fmEvE3fmmhyphenhyphenU8QRvFov4oDbb2jXAzKUVfkPDX-BPtA/s640/bahamas-legno.jpg" width="360" /></a></div>
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Le Bahamas condividono con quasi tutto il resto delle Americhe una storia trivellata da conquiste e occupazioni. Abitate inizialmente dai <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Lucayan" target="_blank">Lucayan</a>, ceppo di lingua <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Arawak" target="_blank">Arawak</a> e parte del popolo caraibico Taíno. Gli stessi Taíno che, prima di scomparire, ovviamente a causa di un sistematico genocidio, abitavano in parte anche il Guatemala, Cuba, Porto Rico e la Repubblica Dominicana. Poi, dopo Colombo, le Bahamas divennero colonia britannica nel 1718 e oggi fanno ancora parte del Commonwealth britannico. Che è un po’ come far parte di una chat su Whatsapp con tutte le ex mogli di tuo marito. Ora, al volo, senza guardare l’atlante, la capitale delle Bahamas? È Nassau. Battetevi un cinque e offritevi un caffè da soli se già lo sapevate. Offritevi anche una birra se sapete qual è la seconda città più importante delle Bahamas. È Freeport. Sono a Freeport. Freeport ha 47.000-e-qualcosa abitanti. Per darvi un’idea, sappiate che in provincia di Milano, partendo proprio dal comune di Milano, bisogna scendere fino al comune di Paderno Dugnano (appena sotto i 47.000) per trovarne uno meno popoloso di Freeport. Freeport, che in base a quel che vedo e a quel che mi è stato detto, sta a Nassau come Barcellona sta a Madrid. Come Nizza sta a Parigi. Come Marina di Bibbona sta a Roma. No, scusate. Ignorate quest’ultima. Ufficialmente, la percentuale di alfabetizzazione (nel 1995!) era del 98,2 %. Non ridete, in Spagna, Portogallo, Malta e Argentina nel 2013 era, anche se di poco, inferiore.<br />
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Alle Bahamas si parla un Inglese vicino al <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Creolo" target="_blank">Creolo</a>. Viene parlato come lo si parla nella Florida del Sud, con le vocali arroganti, le sillabe centrali abbreviate e la sillaba finale smangiucchiata. Il tutto con tono in crescendo. Quindi, chiedendo in un bar dove si trovi un determinato negozio, ad esempio, una risposta come “Go to the store out-front”, che vuol dire andate al negozio là davanti, suonerà un po’: “Go t‘ st’re ou’ fr’OAN” Immaginate un rapper di Miami o di New Orleans che ha lavorato tutta la vita in California ed è abituato a parlare con il cervello imbenzinato di alcol. Immaginate Lil Wayne, ma con una voce vagamente normale. Mentre mastica tabacco. Il primo contrasto netto sta nei colori. Freeport è un'esplosione di toni sbiaditi. Il grigio è assente, eppure non c’è nell’aria quella brillantezza e lucentezza, quel contrasto vivido che si trova in molti posti di mare come, senza fare nemmeno troppa strada, in Puglia per esempio. Freeport è un’immagine con luminosità eccessiva ma saturazione ridotta. Che contrasta molto con l’onnipresente mistura di colori. I muri sono rosa, rossi o verdi. Sbiaditi. Le palme sono verde sbiadito. Anche le auto sono colorate, raramente nere o grigie, ma spesso in giallo sbiadito o arancio o blu sbiadito. Le auto, per ovvie ragioni logistiche, vengono importate dagli Stati Uniti e quindi il volante si trova nella parte sinistra dell’auto. Ma si guida nella parte sinistra della carreggiata. Le auto. Le auto a Freeport sono un ossimoro cacofonico di inadeguatezza. Auto che non guidereste mai, e dico mai, e ripeto mai, a Firenze o Ancona o Genova o Torino. Ma nemmeno a Napoli o Brindisi o Marsala. Quel che fa impressione è il (non) criterio con cui i Bahamensi (Bahamiani? Bahamesi? Bahamini?) se ne curano. Il motore raglia e stride, le sospensioni sobbalzano e cigolano, i freni fischiano e servono più a creare suono che a fermare l’auto, la carrozzeria varia di colore ma mai di tonalità. La tonalità è sempre e comunque ruggine. Rosso-ruggine, verde-ruggine, bianco-ruggine. PERO’ i cerchi sono cromati, nuovi e lucenti. I fari non funzionano (quando va male), vanno a intermittenza (quando va bene), PERO’ il porta-targa è, avete già capito, cromato, nuovo e lucente. I sedili sono sgualciti, strappati e sporchi, PERO’ il volante è rivestito in (finto) pelo d’orso. Rosa. Di solito.<br />
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In mancanza di auto da noleggiare, prendo uno scooter. Il tipo che lavora al noleggio è aggressivo e grosso. In teoria, parla Inglese come chiunque altro qui, in pratica dice solo “no”. “Cosa copre l’assicurazione?” “No” “Quando parla di noleggio giornaliero, intende ogni 24 ore o c’è un orario limite prestabilito?” “No” Mi consegna le chiavi e salgo sullo scooter, di una marca che sono certo non sia conosciuta nemmeno nel Djibouti. Mi strattona per farmi scendere dalla sella. Mi spiega come mettere in moto. Mi ha fatto spegnere lo scooter, per potermi spiegare come metterlo in moto. “Non penso sia particolarmente difficile”, gli dico. “No”, dice lui. “E’ necessario riportare lo scooter con il pieno?” Sì. È l’unica risposta affermativa che ricevo. “Se penso che non ci sia il pieno, paghi il doppio”, mi dice il tipo. È quel –se penso- che mi preoccupa. Lui sorride. Anche senza farci particolarmente caso, si nota subito che gli mancano un canino e un molare sull’arcata superiore. Sembra un pugile trasformato in imprenditore. Mi strattona di nuovo per farmi salire nuovamente sullo scooter. Freeport, inland. L’entroterra di Freeport. Qui, il lungomare è già un ricordo. È un quadro di decadenza e teatralità. Ogni elemento sembra poggiato lì secondo copione. Strade lunghe e larghe e infinite, ma vuote. Andando verso ovest da Lucaya Beach, c’è un checkpoint militare abbandonato. I chilometri scorrono e la benzina va giù come se il serbatoio fosse bucato. E può darsi che lo sia in effetti. Non ci sono distributori in vista, e il panorama rimane uguale a se stesso. La lingua centrale di asfalto è accompagnata, a sinistra e a destra, da sterpaglia. Un groviglio di erba secca e bruciata, con pochi alberi. Tra gli arbusti c’è anche un autobus abbandonato e arrugginito.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLs0xSFCDLMokEc-LwtQocDUU2d8VZYTDAvFH8_rwCJHsKhWcm9KmHvxzmxIFKvSpwD4cdlEEiV2_RvSYEyFGHNWGweZMs3cy4p9T_Rf5Psjrde20-0G0fa_1IlE4eKqNI9K6MOLPPBkI/s1600/1120130213_155620.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLs0xSFCDLMokEc-LwtQocDUU2d8VZYTDAvFH8_rwCJHsKhWcm9KmHvxzmxIFKvSpwD4cdlEEiV2_RvSYEyFGHNWGweZMs3cy4p9T_Rf5Psjrde20-0G0fa_1IlE4eKqNI9K6MOLPPBkI/s400/1120130213_155620.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un vecchio autobus abbandonato a Freeport</td></tr>
</tbody></table>
Continuando sulla Sunrise Highway c’è l’<a href="http://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g147420-d147926-Reviews-International_Bazaar-Freeport_Grand_Bahama_Island_Bahamas.html" target="_blank">International Bazaar</a>.<br />
Una fotografia di quel che accade quando un centro commerciale all’aria aperta invecchia, e invecchia male. Un fantasma allestito a festa. I colori e le decorazioni ci sono ancora, tutto il resto, vitalità e clientela, è andato perso. La maggior parte dei negozi ha l’ingresso sbarrato e persino il legno delle sbarre è consumato e marcio. Alcune bancarelle sopravvivono grazie, presumo, a preghiere, testardaggine e buona volontà dei commercianti, quasi tutti anziani, sciupati e sdentati. Adoro questo posto. C’è qualcosa di tremendamente affascinante per me nei luoghi semi abbandonati e decadenti. Acquisto un cappello che non metterò mai (e che ho dimenticato in hotel prima della partenza), e una statuina in legno intaccata a mano e ricoperta di una patina che sembra lacca. Le Bahamas sono un gruppo di oltre 700 piccole isole ma quel che ho visto qua non era quello che mi aspettavo. La cucina è spettacolare, l’oceano è freddo ma il clima è caldo quindi puoi farti il bagno anche a Febbraio. Sono essenzialmente un paradiso fiscale, quindi la fonte di sopravvivenza dell’isola è il turismo; economico, fiscale e opportunista. Ma non è un Paradiso. Forse è quel che il Paradiso diventa quando tutti prendono e pochi restituiscono. E quando nessuno se ne cura per decenni. C’è tanta umanità in questo posto, ma onestamente anche molta malinconia. C’è un’immagine forte, mi è rimasta impressa ed è tornata a casa con me. Camminando verso il parcheggio del Bazaar, dove ho parcheggiato il mio scooter, (ah, a proposito, il tipo che mi strattonava ovviamente mi avrebbe poi fatto pagare il pieno. Doppio), un uomo molto vecchio spinge, zoppicando, la propria carrozzina vuota.<br />
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categoria: viaggio<br />
luogo: Freeport, Bahamas (Febbraio 2013)<br />
testo & foto: Alessandro Renesis / Ale S.<br />
<a href="https://twitter.com/princeale" target="_blank">Ale S. on Twitter</a><br />
-- -- -- -- -- -- --Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comFreeport, Bahamas26.528472 -78.69658299999997626.4148235 -78.857944499999974 26.6421205 -78.535221499999977tag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-83694936673598418612015-06-19T10:56:00.000-07:002015-09-20T06:45:21.959-07:00Jaguar F-TypeSuppongo che per quelli tra voi che parlano il russo o il giapponese o il cinese il concetto di alfabeto si estenda ben oltre la ventina di lettere che noi italiani conosciamo. Ma per la maggior parte degli europei, abituati a parlare italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo e così via, l’alfabeto è una questione semplice. Basilare. Schematica. Non si scappa quindi dalla suggestiva verità che la F, nell’alfabeto, viene dopo la E. Ecco perché anche ai meno informati o interessati alla storia dell’automobilismo non sarà sfuggito che la Jaguar F-Type sembra la candidata ideale per raccogliere la pesantissima eredità della E-Type. Purtroppo, non ho mai guidato la E-Type e quindi non posso affermarlo con certezza ma ho la sensazione netta che meriti un posto accanto alla Lamborghini Miura, la <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrari_365_Daytona" target="_blank">Ferrari Daytona</a>, la <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Riva_Aquarama" target="_blank">Riva Aquarama</a>, il <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Concorde" target="_blank">Concorde</a> e l’<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Antonov_An-225_Mriya" target="_blank">Antonov 225</a>. Ovvero un poster in camera, più che un mezzo di trasporto. La F-Type regala ogni tipo di impressione, tranne quest’ultima. Non ci sono dubbi quindi che l’ultima nata in casa del Giaguaro sia più adeguata accanto al Boeing 737, la Maserati Granturismo e il famoso “bullet train” giapponese Shinkansen. Capolavori della tecnica e dell’ingegneria, eccezionali esercizi di design, ma pur sempre mezzi di trasporto. Avevo premesso qualche settimana fa, appena dopo averla guidata, che la F-Type ha tre difetti. Scusate l’introduzione lunga e tediosa ma era necessaria per portare l’attenzione sulla prima pecca. Non è un’auto per niente pratica nell’uso quotidiano. Una spider due porte è normale che non lo sia, ma fino a un certo punto. E la Jaguar va ben oltre quel punto. Ci sono essenzialmente tre luoghi dove un’auto può e deve stare. In un museo, in una pista o in strada.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBHJvAfbuXZh7D9tkDQNWGAATMtwp_6eI6ewty-HVP-Uz_UF785JaOhSXXq3tgw-nP-ue9QJ_Hqf6wa79XcQa5ZlXMnsSrqy9r4NL27pga65rIHAmsLTjcut9rXKvP0C-LuTzS98Rv5Cc/s1600/PicsArt_1412359475817.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBHJvAfbuXZh7D9tkDQNWGAATMtwp_6eI6ewty-HVP-Uz_UF785JaOhSXXq3tgw-nP-ue9QJ_Hqf6wa79XcQa5ZlXMnsSrqy9r4NL27pga65rIHAmsLTjcut9rXKvP0C-LuTzS98Rv5Cc/s400/PicsArt_1412359475817.jpg" width="400" /></a></div>
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La F-Type è bellissima ma non è da museo, è veloce ma non è nata per la pista, quindi per esclusione il suo habitat è la strada e in strada servono, tanto per fare un esempio, un baule semi-quasi utilizzabile, che la F non ha. Si può ignorare il baule e si può glissare anche sulla dotazione scarsa, ma la rigidità…. La F va meglio aumentando il passo ma in città, alle basse andature soprattutto, è incredibile. In senso negativo. Basta guidare in qualunque tipo di fondo stradale che non sia asfalto liscio come una palla da biliardo, con qualunque tipo di pendenza a qualunque ritmo per rendersene conto. Spacca la schiena e sobbalza senza sosta. Dopo aver guidato per cento metri ho pensato di fermarmi per controllare la pressione degli pneumatici. Era così rigida da dare la sensazione di guidare direttamente sui cerchi. Guidare sopra una formica su questa ha lo stesso effetto che si potrebbe avere guidando sopra uno di quei tremendi dossi che si trovano nelle cittadine sul sud della Francia a 60 orari con un’auto comune Parte del problema, oltre che dalle sospensioni troppo rigide, dipende dal peso. La F-Type è costruita quasi interamente in alluminio e questo porta inevitabilmente a chiedersi quanto avrebbe potuto pesare se fosse stata costruita con altri materiali perché supera, e di molto, la tonnellata e mezzo. Troppo per essere la sportiva che vuole essere. Il peso è la chiave di tutto, rovina l’accelerazione, peggiora i consumi e rende l’auto ingombrante e più goffa in curva. Come un elefante che tenta di pattinare sul ghiaccio. Ma il più grande difetto di quest’auto, di gran lunga, è il prezzo. Ogni auto di questa categoria deve per forza di cose confrontarsi con la Porsche Boxster e la Porsche Cayman. Le due tedesche sono il punto di partenza. Chi è sul mercato in cerca di una sportiva di dimensioni medio-piccole sotto i 100.000 € (beato lui) finisce inevitabilmente alle porte di una concessionaria della casa di Stoccarda. Beh, se la Boxster parte da 50.897 euro e la Cayman da 53.075 allora la F-Type? 55.000? 60.000 forse? No, neanche lontanamente vicini. Parte da 75.850 e per quel prezzo non ci sono neppure i sedili totalmente in pelle né il bluetooth né il clima bizona né l’accensione automatica dei fari. Si pagano persino 2.200 per avere la vernice metalizzata nelle tonalità più belle, inclusa la Firesand, che secondo me è quella da scegliere. Ho speso molte parole per descrivere i difetti di quest’auto e onestamente adesso non ho idea di cosa scrivere per parlare dei pregi. Non ci sono pregi tangibili, è tutto molto emozionale. Ma come descriverli? Normalmente quando l’auto in questione è una due posti, due porte, sportiva di fascia medio-alta come questa i tester adorano scrivere e scrivere e scrivere usando paroloni e aggettivi come “epico” e “memorabile”. La tenuta di strada è “sorprendente” e la spinta è “possente”. Sorprendente rispetto a cosa? Una Fiat Punto. E anche possente credo sia un po’ inutile come aggettivo. Con 3-400 cavalli deve esserlo. E la linea? Ah, su questo argomento mi infervoro. Uno dei luoghi comuni più diffusi se leggete prove di auto di questo genere riguarda la reazione delle altre persone. I giornalisti amano scrivere che tutti si girano a guardarla. Anche dando per scontato che questo fatto sia davvero importante, e non sto dicendo che lo sia, semplicemente non è vero. Provate ad andare nel pieno centro di Times Square a New York con un megafono e gridate “BOMBA!”. Quello sì che causa una reazione. Una F-Type? Quella che un’auto del genere provoca nel 99 % dei luoghi in cui potreste guidarla in Europa si chiama studiata indifferenza. Gli altri la vedono, la vogliono, l’ammirano. Ma faranno di tutto per non farvelo notare. Perché voi la state guidando e loro no. Anche se, come nel mio caso, la F-Type non è vostra e appena conclusa la prova vi aspetta una Mazda RX8 vecchia di 7 anni che potrebbe o potrebbe non partire. Questo gli altri non lo sanno. Non sono certo che l’Europa sia, purtroppo, nel giusto contesto sociale per un’auto del genere. E anche se è veramente bellissima e il suono che esce dagli scarichi è veramente epico (scusate l’aggettivo ma avrei voluto poter effettuare riprese video per farvelo sentire, è sensazionale), la Jaguar F-Type è semplicemente anacronistica e inadatta ad essere utilizzata nel nostro paese. Ora. Soprattutto nel colore Firesand che tanto adoro. Ma qui non si testano le caratteristiche sociali dell’auto o chi la guida. Si testa l’auto. E l’auto vale ogni centesimo dei 75.000 euro che costa. Nonostante il baule adeguato per farci stare al massimo una rana. Nonostante rimbalzi con quelle sospensioni di pietra. Nonostante gli inevitabili controlli della polizia a cui dovrete abituarvi se ne guidate una. Avere una F-Type per molti versi è come avere una fidanzata mezza ubriacona, lunatica, aggressiva che vuole solo mangiare in ristoranti con conto a tre cifre. La si odia. Ma si continua a perseverare perché ha il viso di un angelo, il corpo di una supermodella e occasionalmente….<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNchyE0hVI81NGSZn_wuGaZfvUO8-eqSMw3PCqbfHTEvkG6A-zDjwDa3IMzNYGhfbMVbQxgOAZFvIJ5lO8UvfNnJL8AIDPscScRavVIsEl-3HRKQ6KO7b7cjwSkZE4GUNxwPJ2quAzmuM/s1600/PicsArt_1412358992051.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNchyE0hVI81NGSZn_wuGaZfvUO8-eqSMw3PCqbfHTEvkG6A-zDjwDa3IMzNYGhfbMVbQxgOAZFvIJ5lO8UvfNnJL8AIDPscScRavVIsEl-3HRKQ6KO7b7cjwSkZE4GUNxwPJ2quAzmuM/s400/PicsArt_1412358992051.jpg" width="316" /></a></div>
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categoria: auto - prove su strada e recensioni</div>
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luogo: Interlaken, Svizzera (Giugno 2013) - Firenze, Italia (Luglio 2013)</div>
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prima prova su strada effettuata a Interlaken (Svizzera) nel Giugno 2013, seconda prova effettuata a Firenze nel Settembre 2013. Recensione dell'auto pubblicata anche su kerbmotori.com </div>
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testo & foto: Ale S.</div>
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<a href="http://leavemeflabbergasted.com/" target="_blank">Leave Me Flabbergasted</a></div>
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-75315278490491113022015-06-17T02:39:00.001-07:002015-09-20T06:38:49.640-07:00BMW i3, Parte I<br />
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Dato che vivo in un paese che sta essenzialmente cadendo a pezzi e considerando che sto all’universo del giornalismo automobilistico, che in Italia è di per sé praticamente inesistente, come la Grecia sta all’Unione Europea, non ho mai guidato una Lamborghini Aventador. Non ho neppure mai guidato una Dodge Viper, né una Corvette, né una Porsche Panamera.<br />
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Ma ho guidato, tra le altre, una SLS Amg, una Jaguar F-Type, qualche Ferrari, una Gallardo e la Lotus Elise quindi non sono estraneo alle auto veloci e spettacolari. Sono anche estraneo al concetto di invidia, alcune persone sono semplicemente più fortunate di altre e negarlo è stupido. Quindi se ho la possibilità ai fini giornalistici o anche solo per diletto di guidare un’auto ben cavallata e costosa mi emoziono. Anche se so che non potrò mai possederne una. Se vedo passare una SLS sussulto. Una volta ho visto due modelle scendere da una Porsche 911 GT3 RS al 'Ring in Germania e sono quasi svenuto. Ma come ho già detto vivo in un paese che sta crollando su sé stesso e che si alimenta di invidia mentre muore di tasse.<br />
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E’ questo il motivo per cui non simpatizzo per tutti quei giornalisti che giurano di aver causato “caos” guidando auto strambe o rumorose in centri abitati. Perché non dicono la verità. E questo lo so perché nessuno, a parte me, ha minimamente degnato di uno sguardo l’Aventador grigio titanio che ho visto passare stamani mentre ero seduto a bere un caffè nel mio bar preferito a Quarrata. E lo so anche perché pochi hanno degnato di un secondo sguardo la BMW i3 che ho guidato in pieno giorno a Firenze.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiv2GcBKaD0SRPqJc3Mf99s5mRQtKBMdtU_mAMkrrR6VcwcSX5zpYo4vjVAyPR763md7G33U3BtnlcpR4d2jYBGIhxDeslxkjuQmZlMMB4N1jTGYuDHOlA-2fUUTrd-FU_g7-TGCjgcctU/s1600/IMG_20140108_000916.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiv2GcBKaD0SRPqJc3Mf99s5mRQtKBMdtU_mAMkrrR6VcwcSX5zpYo4vjVAyPR763md7G33U3BtnlcpR4d2jYBGIhxDeslxkjuQmZlMMB4N1jTGYuDHOlA-2fUUTrd-FU_g7-TGCjgcctU/s400/IMG_20140108_000916.jpg" /></a><br />
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La BMW i3 è bella per alcuni, meno bella secondo altri, ma senza dubbio è diversa. In mezzo al traffico costituito da nere e tristi Opel, BMW, Mercedes e Volvo dalla forma canonica, la silhouette tozza, compatta e alta di un’auto mai vista prima di un grigio/blu che definirei elettrico risalta come un cactus nel deserto. Ma nessuno sembrava vederla. Né soprattutto guardarla.<br />
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La i3, come ad esempio la RR Evoque, non ha subito sostanziali modifiche dalla concept e alla messa in commercio in serie. Raro nell'industria automobilistica. Le concept car presentate nei saloni sono di solito di forma esagonale fatte di rame e pelle di cammello con cerchi da 48 pollici e tinte di verde lime….salvo poi essere vendute da listino come l’ennesima auto a due volumi che ricorda la VW Golf disponibile in grigio, grigio scuro o grigio chiaro.<br />
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La BMW i3, prima auto completamente elettrica prodotta da BMW, è futuristica e se vogliamo avanguardista esattamente come lo era la relativa i3 concept che venne presentata per la prima volta al salone di Francoforte del 2011.<br />
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Ma la i3 non è una concept car. È un’auto prodotta in massa che chiunque può comprare, la domanda è: dovreste?<br />
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La risposta è, condensata e riassunta e filtrata, no. O meglio non ancora.<br />
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Le auto elettriche forse rappresentano il futuro, ma non per adesso. Non finché saranno tutte quante afflitte dagli stessi problemi. L’autonomia, il costo all’acquisto e i tempi di ricarica.<br />
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La piccola elettrica della casa bavarese si ferma dopo 200 km, e anche con motore termico aggiuntivo, che si può aggiungere come optional e che la renderebbe di fatto un’ibrida, non si va oltre i 300 km. Questo significa che nemmeno la classica gita domenicale al mare può essere garantita. A meno che il vostro stabilimento balneare preferito non vi consenta di attaccare la vostra auto alla presa della corrente al posto del frigo. Operazione che, visto l’alto voltaggio richiesto, provocherebbe probabilmente un black-out per l’intera riviera. E richiederebbe comunque centodiciotto ore.<br />
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È questo il vero problema, non tanto l’autonomia quanto le modalità e tempistiche di ricarica, anche con le colonnine (optional) di ricarica create appositamente per dare energia all’auto, i tempi sono sempre nell’ordine di ore, non dei minuti. Però l’auto non è un cellulare, non è comodo doverla “mettere in carica” ogni sera.<br />
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Poi c’è il prezzo. 36.200 euro prima di mettere mano al catalogo degli accessori e sono troppi. Da qualunque punto di vista la vogliate analizzare è una cifra eccessiva per una piccola utilitaria. Perché la i3 a conti fatti questo è: una piccola utilitaria.<br />
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Ma onestamente non me ne importa un accidente dei 36.200 euro. Né dello 0-100 in 7,2 secondi. Né del tempo di ricarica. Né della dotazione di serie. Né del peso a vuoto 1,195 kg. Né della qualità delle plastiche interne o dei materiali riciclati o di quanto sia “green” quest’auto.<br />
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Mi importa di Charlotte.<br />
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Non sono sicuro che valga la pena di spendere 36.200 su un’auto, qualunque essa sia, quando tra gli annunci degli usati si trovano tonnellate di MINI Cooper S, che realisticamente è un’auto che vi fornisce quasi tutto quello che vi serve, a meno di 10.000 €. Ma ho deciso di scrivere di auto per guadagnarmi una scusa per guidare un’auto elettrica per cui nessun proprietario ha ancora ricevuto le chiavi in una delle mie città preferite con una bionda di nome Charlotte sul sedile del passeggero.<br />
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Quindi su queste basi la BMW i3 è la mia nuova auto preferita.<br />
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<a href="http://www.bmw.it/it/new-vehicles/bmw-i/i3/2013/avvio.html?bmw=ZBQ23mx7iU9Oq78C2gzm9Hj14Bp002&lbmatchtype=e&lbcreative=34155685184&lbnetwork=g&lbkeyword=bmw%20i3">Bmw i3</a><br />
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*auto - prove su strada e recensioni*<br />
prova su strada effettuata a Gennaio 2014,<br />
testo & foto: Ale S.<br />
-- -- -- -- -- -- -- --Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-19516836412871682802015-06-13T12:17:00.000-07:002015-06-13T12:20:53.897-07:00TransfăgărăşanNicolae Ceauşescu era un pazzo. Nella storia si sono susseguiti svariati dittatori totalitaristi che hanno piegato popoli e preso molte vite, in diversi paesi del mondo. La Cambogia ha avuto Pol Pot, la Russia Lenin e Stalin, la Cina Mao Tse Tung, la Jugoslavia Tito, senza considerare i più famosi dittatori europei che non hanno nemmeno bisogno di essere nominati e la lista continua con molti nomi e molte vittime. Ma fra tutti questi Nicolae Ceauşescu ha la fama di essere stato uno dei peggiori. Per darvi un’idea della sua pazzia vi racconto che leggende metropolitane dicono che esigesse le foglie colorate di verde ovunque andava. Leggende metropolitane, appunto. Probabilmente infondate e false, ma immaginate un soggetto di cui si dicono queste cose, dategli in mano un paese e immaginatevi una dittatura sotto il suo comando. Non un bello scenario, vero?<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlSFa3XdQMwdh4QXy9NR1nm-3Vm9wsHzOpA_iYAJ1M3Ov7e-h2hnonCmeQmRSf_qsGKznBic33p9vRuXRX4phu5K9Zjn23PIDapZTDu98B40SExsu7UT_gzjMARfdIGLiyeB4ZiKjG4e0/s1600/45102_150561544967506_3086694_na.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlSFa3XdQMwdh4QXy9NR1nm-3Vm9wsHzOpA_iYAJ1M3Ov7e-h2hnonCmeQmRSf_qsGKznBic33p9vRuXRX4phu5K9Zjn23PIDapZTDu98B40SExsu7UT_gzjMARfdIGLiyeB4ZiKjG4e0/s400/45102_150561544967506_3086694_na.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="text-align: start;"><span style="font-size: xx-small;">150 serpentine, 27 viadotti, 6 tunnel e 275.000 tonnellate d’asfalto</span></span></td></tr>
</tbody></table>
E’ un gran peccato però dover ammettere che è merito suo se oggi chiunque può prendere la propria auto, o noleggiarla, e guidare in una delle strade più belle del mondo: la Transfăgărăşan. Ceauşescu ne ha ordinato e voluto la costruzione. 150 serpentine, 27 viadotti, 6 tunnel (tra cui il più lungo del paese, non illuminato, di 884 metri), 275.000 tonnellate d’asfalto, il tutto costruito con l’ausilio di 6250 tonnellate di esplosivo, necessario per la costruzione nei punti dove le rocce erano più dure. Ben 40 vite sono state perse nei lavori per questa strada. Vista dall’alto è magnifica. Immersa nel verde, piena di tornanti, curve e controcurve, sempre con visibilità ottimale tra l’una e le altre. La strada taglia in due la montagna, costeggiando torrenti d’acqua e rocce arrivando fino a un’altitudine massima di 2.034 metri sopra il livello del mare. Dove si trova questa meraviglia? Alpi Svizzere? Appenino Italiano, forse? Foresta nera o Austria, magari? Forse campagna e montagne francesi? No. Si trova in Romania.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPJDxY3JIuci25fw2D3Ck7LDMLRkOGvasB6wEAtu__xn1185JhxXSm-1ibP5ePrfIiwC8fYdk4UgwCxKQ-c-rT9oWyah4Hwm4LnWmaNEfe_NVBNRVZSofD8sEy2_Cm7k62WqOtSfCuJ6Q/s1600/39417_158637810826546_5213373_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPJDxY3JIuci25fw2D3Ck7LDMLRkOGvasB6wEAtu__xn1185JhxXSm-1ibP5ePrfIiwC8fYdk4UgwCxKQ-c-rT9oWyah4Hwm4LnWmaNEfe_NVBNRVZSofD8sEy2_Cm7k62WqOtSfCuJ6Q/s400/39417_158637810826546_5213373_n.jpg" width="400" /></a></div>
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La Transfăgărăşan collega le regioni storiche di Valacchia e Transilvania, partendo da Pitesti e arrivando fino a Sibiu. E’ lunga circa 90 km e nel percorso si trovano svariati rifugi/hotel dove passare la notte. Vi conviene farci una sosta se andate, perché di sera fa un freddo cane. E vi conviene fermarvi prima delle 9 e mezzo, perché a quell’ora le cucine nei rifugi chiudono. Questo lo so perché quando siamo arrivati al nostro rifugio, alle 9 e pochi minuti, pronti per la cena, ci hanno detto che la cucina era chiusa e di provare il ristorante a pochi passi dall’albergo. Lì abbiamo potuto gustare una nutriente e completa cena a base di salatini, pezzi di torta e birra. Non male. A questo punto vorrei parlarvi di com’è guidare in questa strada da un punto di vista dinamico, vorrei esaltarmi raccontandovi di come sia incredibilmente facile e divertente affrontare i tornanti in 2° o 3° marcia in derapata per poi accelerare a fondo e staccare appena prima della prossima curva. Vorrei decantare le lodi del suono di un possente V8 che risuona nella valle, dirvi quanto sia eccitante dare gas in fondo in uno dei 6 tunnel e sentire il rombo del motore. Vorrei ma non posso farlo. Perché questa strada per essere apprezzata a fondo richiede un’auto di un certo tipo e in Romania le opzioni tra le auto disponibili a noleggio scarseggiano. Si tratta più che altro di Dacia e vecchie Renault, e quindi beh, avevo una Dacia Duster. Sì, ha la trazione su tutte le ruote il che fa sempre piacere in curva, ma la lista dei pregi finisce lì. E’ più scomoda di un letto fatto di pietre, i freni hanno la stessa grinta di un castoro, tiene la strada come un divano, è appena meno potente del Belgio e veloce appena un po’ di più rispetto a un elefante. In un mondo perfetto l’auto ideale potrebbe essere una non per forza tecnicamente perfetta ma con tanta coppia e la trazione posteriore per divertirsi. Diciamo una Mercedes SLS AMG che con 650 nm di coppia promette di farvi passare la maggior parte del tempo di traverso. Oppure, durante il periodo estivo in cui il tempo è mite e soleggiato, una Aston Martin DBS Volante o Mercedes SL 63 AMG, per godervi le curve a cielo aperto. Il mondo reale però purtroppo offre una scelta ben più limitata. Partire da casa vostra personalmente non la trovo una grande idea. Molti chilometri attraverso molti paesi dove fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio. Noleggiare l’auto sul luogo è la soluzione ideale, ma a meno che non disponiate di circa 630 euro al giorno per noleggiare una Ferrari 360 Modena a Bucarest, e ne dubito, la scelta migliore rimane quella di andare sul semplice ma efficace. Gli autonoleggi di Bucarest offrono a prezzi competitivi (100 euro al giorno) una Mazda MX-5, auto che io considero una tra migliori al mondo, perché offre tanto in cambio di pochissimo. In questo modo potrete spassarvela un po’. Non preoccupatevi dei pieni di benzina perché è molto economica da quelle parti.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRgOrVYCajJMRB5PUnPXNaX0o3xpm1RQDypsvI2Mk4L5iT9ak73OX3bN7KolRv8PuFi48nAT_H7ExAw4JHw2BJJFTpfm3MD9rTgH78fs5QcJBLctJpyQ9hV1KJG0odbWe_TAe6xg0fq88/s1600/dsc06469.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRgOrVYCajJMRB5PUnPXNaX0o3xpm1RQDypsvI2Mk4L5iT9ak73OX3bN7KolRv8PuFi48nAT_H7ExAw4JHw2BJJFTpfm3MD9rTgH78fs5QcJBLctJpyQ9hV1KJG0odbWe_TAe6xg0fq88/s400/dsc06469.jpg" width="400" /></a></div>
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La Duster non mi ha permesso di divertirmi poi più di tanto, ma è stata comunque sufficiente per capire le potenzialità di questa strada. Vista dall’alto è magnifica. Incredibilmente fluida, panoramica, curve su curve, lunghi dirizzoni e serpentine. Come se ogni curva dei migliori circuiti del mondo fosse stata messa insieme per creare 90 chilometri di asfaltata perfezione. E come ha detto Jeremy Clarkson dopo aver percorso questa strada: “Romania, thanks for having us. And can we stay? Forever…”<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6F5RQW5fxjFnnWa-HwA40gxys-WHRdCHNXLAkkIlgJNm02HVJeLmd-sVPKSiczgzQqDOpqNHAKK_4Eu9EPiQdp9XRPQanqGgoTQa4ImK2UwFLYJJZT0jrLsd11RZBEum6a6I_ALB5Dvw/s1600/dsc06456.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6F5RQW5fxjFnnWa-HwA40gxys-WHRdCHNXLAkkIlgJNm02HVJeLmd-sVPKSiczgzQqDOpqNHAKK_4Eu9EPiQdp9XRPQanqGgoTQa4ImK2UwFLYJJZT0jrLsd11RZBEum6a6I_ALB5Dvw/s400/dsc06456.jpg" width="400" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdQReJC7bIFa0NZw44jR8aiupUYi-fL1iO2389mbr75coAKSwxvIXfVFQ8e2EFyY1KG42YAaC8aOwVm7HO-KNxolA9uKmtONi49KbqdH-1kgCjXsSqs_6Bh9KprRYughSvFg8j1PDq5nE/s1600/dsc06465.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdQReJC7bIFa0NZw44jR8aiupUYi-fL1iO2389mbr75coAKSwxvIXfVFQ8e2EFyY1KG42YAaC8aOwVm7HO-KNxolA9uKmtONi49KbqdH-1kgCjXsSqs_6Bh9KprRYughSvFg8j1PDq5nE/s400/dsc06465.jpg" width="400" /></a></div>
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testo & foto di Ale S.<br />
Transfăgărăşan, Romania, Settembre 2010<br />
Prova pubblicata per la prima volta nell' Ottobre 2010Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-72392740345888987012015-06-11T12:14:00.000-07:002015-09-20T06:43:59.543-07:00Lexus LFA a Monaco. La migliore auto che abbia mai guidato.Normalmente sono abbastanza categorico. Ho la capacità di cambiare idea ma ne ho, generalmente, solo una per oggetto o luogo o usanza o pensiero. Non esito e raramente ho dubbi. Esempio: Sì, mi piacciono sempre le birre artigianali. No, detesto bere con la cannuccia. Non ho opinioni contrastanti riguardo a Las Vegas o Londra o Firenze o Verona o Kaunas. Le adoro. Senza nessun “anche se”. Non ho opinioni contrastanti nemmeno riguardo a Madrid e Quarrata. Le detesto. Ecco, uno dei pochi luoghi al mondo riguardo al quale ho due opinioni contrastanti è Monaco. Da un lato è un paradiso fiscale pieno di criminali di alto rango che hanno bisogno di un posto dove iniettare e riciclare milioni, arabi con molti molti molti più danari che gusto e ragazzotti playboy da due soldi che si alzano la mattina nella loro alcova, salgono sulla loro auto da 150.000 euro che hanno comprato con soldi che avrebbero dovuto spendere in tasse, e fanno le “vasche” avanti e indietro intorno al casinò per farsi vedere e fotografare. Che senso ha? D’altro canto è anche vero che si tratta di un piccolo pezzo di paradiso accovacciato sul mare che gode di 300 giorni di sole ogni anno, zero furti, zero vandalismo, prezzi non così alti come si potrebbe pensare e soprattutto una costante e meravigliosa pletora di supercar e superfighe. Tralasciando la seconda delle due “S” voglio concentrarmi sulle supercar. Se siete malati mentali di automobili come me, Monaco è la vostra Mecca. Il vostro Anfield. Il vostro Wimbledon. Il vostro settimo cielo. Venite qua e prendete un caffè o una birra o un tè caldo o un gelato seduti al Cafè de Paris. Vi garantisco al quattromila percento che in una qualunque ora di un qualunque giorno di una qualunque stagione dell’anno vedrete passare almeno una Ferrari ogni sette minuti.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1V5ujL24__oUfGVszv_ztHU42izq0MmFMd8hAc8BN6-ICZdORhkDH0pYP84w-k5PhuxOAAN9XqZ5cIKQT2FkpDKvOPCJSOW-N4X0iEdgdKnT5VBcwJNaMhYD5KP9cdAesPfswkN6dDaY/s1600/IMG-20140401-WA0007.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1V5ujL24__oUfGVszv_ztHU42izq0MmFMd8hAc8BN6-ICZdORhkDH0pYP84w-k5PhuxOAAN9XqZ5cIKQT2FkpDKvOPCJSOW-N4X0iEdgdKnT5VBcwJNaMhYD5KP9cdAesPfswkN6dDaY/s400/IMG-20140401-WA0007.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Promenade, Monaco</td></tr>
</tbody></table>
È molto difficile farsi notare a Monaco. Ogni giorno decine e decine di rampolli figli di sceicchi che controllano dodici o tredici compagnie aeree vengono qua per mettere in mostra la loro Bugatti Veyron. Non dimenticate che questa è una pseudo-nazione che è stata messa sulla mappa, metaforicamente e letteralmente, da un matrimonio (Grace Kelly e il Principe Ranieri), un gran premio di Formula 1 (statisticamente il 50 % dei piloti che prendono parte alla stagione ogni anno risiede a Monaco) e dalla totale assenza di tasse sul reddito. Nient’altro. Qui non c’è mai stato un Rinascimento o una rivoluzione. Se avete letto la prova della F-Type sapete bene quanto poco conta per me (e quanto credo sia sopravvalutato) l’impatto “eclatante” che un’auto iper-cavallata ha sui passanti. Ecco perché dovete credermi se vi dico che è praticamente impossibile muoversi a Monaco se state guidando una LFA. Perché verrete letteralmente ricoperti di persone. Sto per diventare molto telematico e clinico quindi se siete fra quelli che amano l’ironia e mal tollerano la serietà vi consiglio di smettere di leggere. E mi sento in dovere di avvertirvi, cari lettori, che quello che sto per scrivere potrebbe non essere né conciso né coeso né coerente né sensato né pacato né bilanciato. La <a href="https://www.youtube.com/watch?v=b5ahvk_h4qw" target="_blank">Lexus LFA</a> è la migliore auto che abbia mai guidato. Cambia e stravolge totalmente tutto quello che io abbia mai scritto, pensato e detto sul mondo delle automobili. È sensazionale. La gestazione stessa dell’auto ha dell’incredibile. Presentata come concept per la prima volta nel 2005, all’ultimo secondo prima di mandarla in produzione hanno deciso di rifarla completamente da capo cambiando la scocca da alluminio a fibra di carbonio. Provate a immaginare il costo pantagruelico di una decisione simile, Lexus dichiara (sì, esatto, dichiara) di aver generato una perdita da ogni singola auto venduta. A 375.000 € al pezzo. L’hanno fatta girare infinite volte al Nürburgring finché l’auto non è diventata, a tutti gli effetti, perfetta. Non necessariamente per le prestazioni ma certamente per la guidabilità e l’impatto emotivo che ha sul pilota. Al contrario di quasi tutte le supercar in circolazione non ha neppure un cambio a doppia frizione, il cambio è a frizione singola perché il guidatore possa sentire la cambiata. Ha un V10 da 4,8 litri che sviluppa 560 cavalli e grida fino quasi ai 10.000 giri. Alla Lexus sono stati costretti a montare un contagiri digitale perché quello classico non sarebbe stato in grado di stare al passo del motore stesso salendo di giri.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXn3LCT8FRZ_iI7ueljBd4RZF3ZweekDWerRhPVjGACcLWsSqmmHX85-uHTRz1g3ZZHVQROR2EEcBCxtfU92sKjy9rJNHAwpCaHQCd5nYMM8UtvEw0Fe5MU4KyZ2YU7k2t9HV8SFSW5OE/s1600/10491219_10152892376888496_3995252808695202873_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXn3LCT8FRZ_iI7ueljBd4RZF3ZweekDWerRhPVjGACcLWsSqmmHX85-uHTRz1g3ZZHVQROR2EEcBCxtfU92sKjy9rJNHAwpCaHQCd5nYMM8UtvEw0Fe5MU4KyZ2YU7k2t9HV8SFSW5OE/s400/10491219_10152892376888496_3995252808695202873_n.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ero un po' teso...</td></tr>
</tbody></table>
L’auto è viva, è brusca, è impetuosa. Il termine “immediato” è stato inventato per definire la risposta alla pressione dell’acceleratore della LFA. In modalità sport sopra i settemila giri l’auto ha una progressione infinita e spaventosa. Scuote il cemento dell’asfalto e dei tunnel autostradali dove l’ho un po’ strapazzata. Lasciate un attimo da parte l’effetto “che-cos’è-quella-cosa-facciamo-una-foto”, come auto, puramente come mezzo di guida quindi, è eccezionale. Non ha importanza quante foto vi faranno mentre la parcheggiate perché è nella guida la vera soddisfazione. È il genere di macchina che vi spinge a percorrere quattrocento chilometri senza mai fermarvi, arrivare, girarvi e tornare indietro solo per continuare a guidare. Il guaio è che difficilmente potrete comprarne una. Prima di tutto perché ne sono state prodotte solo 500 e solo poco più di 80 si trovano in Europa. E poi perché il prezzo medio di una LFA di “seconda mano” è di circa 400.000 €. Non disperate però. La Nissan GTR vale il 90 % di quest’auto e costa cinque o sei volte di meno.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8OXz9Ure0P3HFYCtmQtUxOqR3fyQQhemp3dGTARoxH1alffHKoLleTCf8_C9NVjQ2T-9v5mtcSD6Rn7dKMfXf5qemigu4YaKzDipQxWhiHFGakfs7WX-0akTaDfjzfg0hZW4_5MhsCzA/s1600/IMG-20140401-WA0008.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8OXz9Ure0P3HFYCtmQtUxOqR3fyQQhemp3dGTARoxH1alffHKoLleTCf8_C9NVjQ2T-9v5mtcSD6Rn7dKMfXf5qemigu4YaKzDipQxWhiHFGakfs7WX-0akTaDfjzfg0hZW4_5MhsCzA/s400/IMG-20140401-WA0008.jpg" width="225" /></a></div>
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Difetti? Sì, molti. Il serbatoio è piccolo e quindi, anche con una guida accorta, si è costretti a continui rifornimenti di carburante, la cintura di sicurezza è posizionata in maniera idiotica e 400.000 € sono veramente troppi per quella che è a tutti gli effetti una Toyota, soprattutto considerando che esiste la GTR per, come appunto dicevamo, un quinto del prezzo della LFA. Onestamente non so che senso abbia avuto per la Lexus produrre una supercar che ha richiesto un investimento così alto, sia a livello finanziario che di tempistica, dichiaratamente a fondo perduto. L’unica motivazione ragionevole e logica potrebbe essere la volontà da parte della casa giapponese di mettere il proprio nome sulla mappa mondiale dei produttori di auto performanti per aprirsi la strada, guadagnandone sia in credibilità sia in potenziali vendite, per un futuro orientato alla produzione di auto sportive in serie, non esattamente l’attuale specialità in casa Lexus. Certo è che la LFA si inserisce di prepotenza negli annali dell’automobilismo. Seguendo il credo secondo il quale le supercar debbano trovarsi a proprio agio come poster sul muro del ragazzino con gli occhi sognanti prima che in strada, la LFA ha le potenzialità per diventare un’icona più che un’auto, al pari della foto della tennista bionda che si gratta il sedere. Temo di non possedere la capacità di sintesi necessaria per concludere questa prova senza cadere nel banale o senza occupare altri KB di spazio elettronico, quindi mettiamola così. La Lexus LFA è fantastica. PUNTO.<br />
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<a href="http://leavemeflabbergasted.com/2015/04/23/monaco-red-amber-green-a-white-lfa/" target="_blank">la nostra prova in inglese su leavemeflabbergasted.com</a><br />
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abbiamo pubblicato la prova su strada anche su Kerb Motori e leavemeflabbergasted.com<br />
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guidata a Monaco, Aprile 2014<br />
categoria: auto - prove su strada e recensioni<br />
luogo: Principato di Monaco, Monaco (Aprile 2014)<br />
testo & foto: Ale S.<br />
-- -- -- -- -- -- -- --Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-49709204926794201912015-06-10T06:01:00.003-07:002015-06-17T02:42:14.582-07:00Europa dell'Est: 7,000 Chilometri. Undici Nazioni. Dodici GiorniLászló è nato a Tallinn da madre russa e padre ungherese. E’ alto 1 metro e 70 al massimo e nonostante indossi l’uniforme da barista/portiere di un hotel di lusso si vede la struttura fisica tipica di quelle persone a cui non andresti a dire “sei scemo”. E’ gentile e sorride sempre ma sotto la coltre fatta di modi concilianti e accoglienti si percepisce la freddezza. Sarà la postura. Sarà il grido rauco e profondo capace di incrinare una roccia che ci ha indirizzato quando, pochi minuti prima, eravamo in strada e stavamo, inconsciamente, per entrare in un vicolo dove evidentemente non si può. László sembra duro come il titanio. Buona memoria, capacità di osservare e intuito sono grandi doti. Mi vanto di averne almeno un po’, le metto tutte e tre insieme ed entro quattro minuti dall’inizio della conversazione raccolgo la faccia tosta e il coraggio per quanto posso, e certamente i due Vana Tallinn che ho bevuto aiutano, e gli faccio la domanda che mi balena in testa dall’istante in cui si è presentato. -Sei una specie di poliziotto o ex-militare, vero? Mi aspetto un pugno nello stomaco. Mi aspetto un colpo secco alla trachea di quelli che ti fermano il respiro come nei film. Mi aspetto una testata. Ricevo un “sì”. “Forze speciali” precisa László. Butto giù un altro Vana Tallinn e rifletto sul fatto che per la prima volta nella mia vita ho stretto la mano ad una persona che probabilmente ha ucciso qualcuno. Sempre che la storia delle forze speciali sia vera. Non è che abbia tempo di pensarci perché László nel frattempo ci serve il quarto Vana Tallinn, forse quinto, della serata. Vana Tallinn (in estone Vana significa vecchia, antica) è un liquore tipico di, l’avete indovinato, Tallinn. È simile al Cointreau, se proprio dobbiamo trovare un paragone, ma più alcolico e leggermente meno dolciastro.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhU8GNTIsaerEA2Qh5-KUQyKGmjHSjgXiEjELzxiRWCcJj69VmpsesrGeQR8unkbazJULAj3S7dp-QognuY_dRMOk6Or_A6OkMa7d8wwYgdLROoCZUBv2iTBKljftcCUUxxpr1KiuTmwmo/s1600/sdc13341.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhU8GNTIsaerEA2Qh5-KUQyKGmjHSjgXiEjELzxiRWCcJj69VmpsesrGeQR8unkbazJULAj3S7dp-QognuY_dRMOk6Or_A6OkMa7d8wwYgdLROoCZUBv2iTBKljftcCUUxxpr1KiuTmwmo/s400/sdc13341.jpg" width="263" /></a></div>
László ci chiede da dove veniamo e pare seriamente impressionato, positivamente s’intende, quando gli diciamo che siamo venuti dall’Italia in auto. Ci sono due argomenti che mi sento di dover affrontare con un ex agente delle forze speciali mentre lui mi serve da bere e io bevo. Uno. Le donne. Due. La lingua russa e l’eredità lasciata dall’Unione Sovietica. László sa dove voglio andare a parare. Pensate di aver visto donne belle in vita vostra? È niente paragonato a quelle che si trovano nelle tre repubbliche baltiche, Lituania, Lettonia e Estonia. A circa 200 km a est di Tallinn esiste una città chiamata Narva. A Narva esiste un fiume dello stesso nome che nasce dal lago Peipus e sfocia nel Mar Baltico. Il fiume Narva è attraversato da un ponte. Dall’altra parte del ponte siete in Russia. Narva è universalmente considerata la città con la maggiore “produzione”, consentitemi il termine, di belle donne al mondo. Mi dice László. La questione dell’influenza dell’Unione Sovietica, invece… László ripete di sentirsi molto più russo che europeo, mentre ci serve un Vana Tallinn e sostiene, fisicamente, un suo collega ubriaco che nel frattempo sta continuando a bere e non si regge in piedi. Dopo lo smembramento dell’U.R.S.S. le tre piccole repubbliche baltiche sono rimaste dimenticate in un limbo, ignorate un po’ da tutti. Adesso si stanno lentamente europeizzando. Le vecchie generazioni parlano russo ma i giovani studiano inglese e spesso dimenticano quel poco di russo che i nonni tentano di insegnar loro. Tallinn mi ricorda tantissimo Innsbruck, Bregenz e anche Monaco di Baviera. L’aria che si respira è decisamente europea. Complice, presumo, il grande afflusso di turisti occidentali (italiani onnipresenti nelle strade del centro storico) che si fermano qua come tappa obbligatoria delle crociere che passano da queste parti. L’Estonia è certamente la più famosa o per meglio dire l’unica delle tre nota ai più. E scommetto che molti di noi, mappamondo senza nomi scritti sopra alla mano, non saprebbero dire quale dei tre piccoli staterelli sia l’Estonia.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdOnXI9n99mDot1OhqdBsRbScyaDdfIdxRV3o57ZTdK7462ZBS9TpoHBTDvUS3jSuj28fPX-nDtAdu-HoaopKVSMXQPaTwVpE9JxEfEvWVX7Hywhn9ovpXuQP7P_fe2sCgz5j5e2Z_NU0/s1600/IMG_20130811_211421.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdOnXI9n99mDot1OhqdBsRbScyaDdfIdxRV3o57ZTdK7462ZBS9TpoHBTDvUS3jSuj28fPX-nDtAdu-HoaopKVSMXQPaTwVpE9JxEfEvWVX7Hywhn9ovpXuQP7P_fe2sCgz5j5e2Z_NU0/s400/IMG_20130811_211421.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tallinn, Estonia</td></tr>
</tbody></table>
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Avevamo programmato questo viaggio mettendo un mirino simbolico su Tallinn come punto più a nord raggiungibile in Europa via terra, senza entrare in Russia. Avevamo considerato Praga e Varsavia come tappe fondamentali. La cavalcata autostradale verso l’Italia attraverso Svezia, Danimarca e Germania come affascinante alternativa al percorrere le stesse strade dell’andata in senso opposto. Avevo sognato nella mia testa un diario giornaliero da trasformare in articolo una volta tornato. E da nessuna parte nei mesi di progettazione e di itinerari e programmi e mappe e prenotazione di hotel e consultazione di guide turistiche avevo considerato László. E soprattutto in nessun modo avrei potuto immaginare che, oltre alla crociera di 17 ore sul mare di Finlandia da Tallinn a Stoccolma, i luoghi in assoluto più interessanti non li avremmo trovati nell’inflazionata Praga o nella sempre più moderna Varsavia o nei tanti ammirati paesi Scandinavi, ma in Lituania e Lettonia.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjcrAz1hL708N_FU_mL06FknahoA_Y167fOfvVdEboOVWhQ1mWD1cpxN-4uU8Oq-vPaVNqKs12c-BnR_23-XpoyORwSlgVFDKwvD8G9MW98z_5qUUhMWxQc8cLei4WHbihl185LVwUuy4/s1600/IMG_20130811_115502.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjcrAz1hL708N_FU_mL06FknahoA_Y167fOfvVdEboOVWhQ1mWD1cpxN-4uU8Oq-vPaVNqKs12c-BnR_23-XpoyORwSlgVFDKwvD8G9MW98z_5qUUhMWxQc8cLei4WHbihl185LVwUuy4/s400/IMG_20130811_115502.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Riga, Lettonia</td></tr>
</tbody></table>
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La Lettonia è conosciuta nella nostra parte d’Europa per due cose. La bellezza delle donne, ovviamente, e i tir che puntualmente affollano le nostre autostrade trasportando latte o mucche o armi nucleari o qualunque cosa sia importabile dalla Lettonia. Eh già. Avete presente il tir targato LV che la scorsa settimana in autostrada vi ha tagliato la strada per superare, facendo i 75 chilometri orari, un altro tir targato sempre LV che faceva i 74 chilometri orari? Esatto. Ma la Lituania?! Potreste tagliare in due il mondo da nord a sud e da est a ovest. Visitare le metropoli più cosmopolite e i paradisi fiscali più prominenti nella lista nera, la Black List. Potreste andare in USA, Canada, Cina, Russia, Africa e visitare ogni singola capitale europea dell’ovest senza incontrare una persona di nazionalità Lituana, a meno che non andiate davvero in Lituania. E dovreste perché Kaunas è una gemma nascosta in mezzo all’Europa. Se siete fra quelli che amano le statistiche, i fatti e i trivia; posso snocciolarvi due info così su due piedi riguardo alla repubblica baltica dalla bandiera gialla, verde e rossa. Iniziamo col dire che la nazionale lituana di basket è tra le più forti d’Europa e quarta nel ranking mondiale (dopo U.S.A., Spagna e Argentina) e che il suo giocatore più rappresentativo Šarūnas Jasikevičius gode di tutta la mia stima per essere stato sposato con la modella israeliana Linor Abargil. Sapete cos’è il ease of doing business index? È un indice, o classifica per chiamarla come quello che è. È stata creata dalla World Bank e prende in esame vari fattori in 189 paesi in tutto il mondo. 9.600 tra ufficiali governativi, avvocati, consulenti finanziari e professionisti della contabilità stilano la classifica in base a quanto sia semplice in ogni determinato paese aprire e gestire un’attività. Vengono considerate tasse, burocrazia, semplicità nell’ottenimento di credito, permessi edilizi e installazioni di linee di gas e luce e acqua, trasparenza e in generale rapidità nello sbrigare la burocrazia. Le cartacce iniziali per intenderci. La Lituania occupa il 17° posto. Troviamo la nostra Italia, giusto per fare un paragone, solo al 65° posto preceduta, tra gli altri, da Samoa, Bulgaria, Botswana, Rwanda, Macedonia e Bahrain. Kaunas è una città con 378.000 abitanti ed è il centro industriale e commerciale della Lituania. E si vede. Le stradine del vecchio centro storico sono costellate di negozi e bar e lituane bionde. Il patrimonio culturale e artistico non ha niente da invidiare ai migliori borghi italiani. La chiesa di San Francesco Saverio ad esempio, anche se è stata ovviamente più volte ristrutturata negli anni, è datata 1666. Ironico, se ci pensate. Una chiesa la cui costruzione inizia in un anno che finisce con 666. Ho paura di dover contraddire il mio nuovo amico László, anche se so che se fosse qui mi colpirebbe con una mossa letale di Krav Maga o qualcosa del genere, ma non sono state le donne di Tallinn né Kaunas ad aver maggiormente lasciato un segno nel nostro viaggio. Né l’appartamento di Praga dove con i miei compagni di viaggio abbiamo inventato Passport-Pingpong (ping pong utilizzando il passaporto aperto alla pagina della foto come racchetta). Né Varsavia che è stata resa particolarmente mistica e bella dalla pioggia fina (e a tratti fitta) che cadeva. Neanche la crociera, per quanto divertente con la discoteca sul ponte della nave. Né Stoccolma. Né Copenhagen. Malmö, conosciuta principalmente come città natale di Ibrahimovic e principale porto svedese e collegamento con la Danimarca. Neppure il tunnel stradale subacqueo che collega Svezia e Danimarca. Neppure Friburgo. Tutto bello. Emozionante. Intenso. Divertente. Epico. Memorabile.<br />
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Non è stata neppure la Renault Mégane Coupé bianca. La media sportiva (segmento C) della casa francese si è rilevata elastica e adattabile. Adeguata in ogni situazione nonostante il suo piccolo 1,5 litri diesel da 110 cavalli, ha affrontato bene le Autobahn tedesche così come le strade terribili e spaccate che portano dalla Polonia alla Lituania. E’ comoda, parca nei consumi e nonostante sia un progetto datato ormai 2008 è invecchiata benissimo. La nostra fedele compagna di viaggio si è comportata egregiamente ma non è ciò che mi è rimasto più impresso. È stato il Nürburgring. E al Nürburgring, l’inferno verde, sono successe alcune cose. Nella Nordschleife, la parte del ‘Ring chiusa alla F1 da anni e adibita a uso pubblico (con pagamento di biglietto) sono successe alcune cose. Sul rinomato circuito automobilistico abbiamo girato con una VW Polo GTI, una Suzuki Swift Sport e con la nostra Renault Mégane Coupé. Una Honda S2000 targata Varese ha affrontato una curva in drift sfiorando di 20 centimetri il nostro paraurti. E al parcheggio della biglietteria due iper-modelle tedesche, una bionda e una mora, vestite a festa e col tacco, sono emerse dall’abitacolo corsaiolo di una Porsche 911 GT3 RS. Ecco, questo sì. Son cose che ti segnano.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk003ZqyLYSPziE8jJ5ZUp6yLYmUMXX93jO_xE-xtEJmEz_3SFfiwu0C8Njs8MKRt0QuVCLbTOJ3FjEfTGZy3a2C_wtzHXq8BW4g7UoUPt7CLBZc7A-UiSbK023n2waCeMYd82DuHctK0/s1600/IMG_20130813_162208.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk003ZqyLYSPziE8jJ5ZUp6yLYmUMXX93jO_xE-xtEJmEz_3SFfiwu0C8Njs8MKRt0QuVCLbTOJ3FjEfTGZy3a2C_wtzHXq8BW4g7UoUPt7CLBZc7A-UiSbK023n2waCeMYd82DuHctK0/s400/IMG_20130813_162208.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rohuneeme, Estonia</td></tr>
</tbody></table>
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testo & foto di Ale S.<br />
<div>
il viaggio risale all'Agosto 2013</div>
<div>
circa 7.000 km, 10 nazioni toccate (Italia, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Svezia, Danimarca, Svizzera) in 12 giorni</div>
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<br /></div>
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Pezzo pubblicato su Kerb Motori (rivista cartacea) </div>
<div>
e UB - Universebooking.com (in Lingua Inglese) <a href="http://universebooking.com/2015/03/22/6k-miles-and-8-countries-in-12-days/" target="_blank">6K miles, 8 Countries in 12 days</a><br />
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<br /></div>
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-40989340462138396582015-06-09T09:15:00.002-07:002015-06-09T09:24:15.399-07:00<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Oggi vi racconto una storia.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Questa storia inizia, come spesso accade in storie On The Road, a Montecatini Terme con me bloccato in mezzo al traffico tra il centro e l’ingresso autostradale sull’A11 Firenze-Mare. Il destino regala e il destino reclama, quindi così come mi ha generosamente concesso una MINI Cooper S di colore grigio-blu notte (ufficialmente Thunder Grey Metallic) trovo forse persino giusto che mi debba condannare ad una coda in una delle strade meno interessanti della Toscana. E’ una gran cosa avere un rapporto peso-potenza superiore a chiunque io veda tra le auto in fila con me, peccato non poterne trarre vantaggio. La cattiva notizia è che sono rimasto incastrato in coda abbastanza a lungo da conoscere il nome del tizio nell’auto accanto alla mia, la buona notizia è che quando finalmente il traffico si sbloccherà, fra sedici o diciassette ore, la MINI correrà snella in direzione Marina di Pietrasanta in un lampo.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Marina di Pietrasanta è la parte più vivibile, più o meno discreta e probabilmente migliore della Versilia ed è qui, sulla modaiola costa Toscana che si affaccia sul Mar Ligure, che la MINI si sente a proprio agio.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Vi verrà detto che la MINI è un’auto snob, sovra-prezzata e inutile….da chi non può comprarsene una.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">La MINI è un grande piccola automobile. Ed è veloce. Molto veloce. C’è un termine tecnico che i giornalisti e addetti ai lavori del settore utilizzano, una descrizione che mi sento di pronunciare con parole estremamente professionali e concise:</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">va come una bastarda.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Ma non quanto ci si aspetterebbe leggendo la brochure. Sì, perché la Cooper S 2014 impiega ufficialmente 6,8 secondi per accelerare da 0-100 km/h. Questo è il dato dichiarato. Ed è anche il dato non veritiero. Il che mette in dubbio la presunta precisione dei tedeschi. Ho cronometrato cinque volte il tempo 0-100 km/h e il risultato? 6,897 secondi di media. Quindi quasi 6,9. Quindi 0,097 secondi in più rispetto al dato dichiarato. So che quando si tratta di tempi tecnici e cronometrati con strumenti di alta precisione si deve necessariamente arrotondare sulla cartella stampa e sui listini per questioni pratiche, e so che ovviamente le case per farci bella figura tendono a tenere il margine a loro favore, ma questo ladrocinio di ben 0,097 secondi mi sembra un po’ eccessivo da parte dei tedeschi.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">A parte questa importantissima differenza non c’è molto che non sia stato detto, scritto, pensato e pubblicato sulla MINI. Lo sapete ormai; il telaio, i motori e il design sono i pregi conosciuti. La praticità, il prezzo e la dotazione di serie le critiche più comuni.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">La MINI è poco pratica, dicono. Sì, ma rispetto a cosa? Certamente guidarne una è più pratico rispetto a muoversi in treno, o in tram, o in autobus, o in aereo, o con qualunque mezzo di trasporto aereo o terrestre che non potete controllare direttamente. La MINI è pratica perché parte quando voi lo decidete e arriva dove voi volete arrivare. E sarà un piacere il tragitto.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Potrete portare tre amici e un paio di bagagli leggeri con voi e qualunque sia la destinazione il telaio renderà il percorso (specialmente per chi guida) particolarmente piacevole. Non è questione di dinamicità o aderenza, la MINI Cooper S è più leggera e vivace e frizzante delle rivali.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<a href="http://alesae.files.wordpress.com/2014/05/1480605_10152650731273496_53151799_n.jpg" style="text-decoration: none;"><span style="background-color: #444444; color: cyan;"><img alt="1480605_10152650731273496_53151799_n" class="aligncenter size-full wp-image-1029" src="http://alesae.files.wordpress.com/2014/05/1480605_10152650731273496_53151799_n.jpg?w=470&h=264" height="264" style="border: none; display: block; margin-left: auto; margin-right: auto;" width="470" /></span></a></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Poi c’è il motore, che vi renderà il percorso molto breve. Non si tratta più del precedente 1600 cc turbo di derivazione PSA (gruppo Peugeot-Citroën) montato sulla “vecchia” MINI, la versione 2014 è mossa da un 2 litri turbo sviluppato da BMW stessa con oltre 190 cavalli. Probabilmente, consuma di più. Decisamente, corre di più. In particolar modo la velocità massima e la progressione sembrano aver beneficiato maggiormente dal nuovo motore (finalmente) prodotto in casa, mentre lo spunto da fermo e ai bassi regimi, per quanto migliorati, non sembrano superiori alle prestazioni della Cooper S precedente, non in maniera netta. Ma con l’allungo e l’accelerazione oltre i 4.000 giri le cose cambiano e il nuovo due litri c’è e si fa sentire e corre. E fa prendere multe. La facilità con la quale si superano i limiti di velocità consentiti è confortante. In particolar modo quando vi trovate nei pressi dell’autogrill di Serravalle Pistoiese dove, per chi non è pratico della zona, c’è forse l’unico autovelox funzionante dell’intera autostrada A11.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Ed è settato a 100 km/h.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Dopo circa sette minuti dalla partenza siamo già a Marina di Pietrasanta, dopo altri sessanta secondi l’auto è già parcheggiata davanti al bar Sirena al Lido di Camaiore. Tempo di Fika! Che in Svedese vuol dire semplicemente pausa caffè. Niente di più efficace per testare l’effetto che un’auto esercita sul pubblico di potenziali clienti che sedersi a bere un caffè tenendola bene in vista. Molti la guardano e molti altri hanno già capito che non è solo un’altra MINI: è la nuova MINI.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">È più lunga, più larga e più ingombrante visivamente della precedente, il tetto è più alto nella parte anteriore e più spiovente nella parte posteriore, i fari sono più grandi e obliqui, la mascherina anteriore è più ampia e adesso integra la targa. Sono molti gli indizi rivelatori, ma sospetto che anche la scritta gigantesca sulla fiancata “TESTA LA RIVOLUZIONE: NUOVA MINI” sia di aiuto.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Niente da dire. Si muove come ti aspetti, si guida come ti aspetti, va come ti aspetti, attira gli sguardi come ti aspetti ed è semplicemente divertente da guidare come ti aspetti. E poi un altro po’.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">È semplice capire quanto sia comprensibilmente sempre più complicato, col mercato dell’auto in Italia in parabola costantemente discendente da anni, considerare un’auto uno strumento di divertimento invece che un comodo ma costoso mezzo di trasporto, ma la MINI Cooper S 2014 è in grado di ricordarci il piacere di possedere, guidare e gustarsi un’auto. Senza dimenticare il piacere di guardarla. Nelle due precedenti versioni della MINI Hatch (2002-2006; 2006-2013) c’era qualcosa di mancante, una sensazione visiva di incompletezza solo leggermente migliorata con il restyling del Novembre 2006 (noto anche come R56). La MINI 2014 (F56) ha un aspetto…completo. Guardandola si ha la nuova sensazione che sia stato fatto tutto quello che poteva essere fatto per renderla bella.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Credo sia persino più bella, con buona pace del mio storico amico Marco proprietario della storica MINI “quella vera” (anno 1994, presente nelle foto) come la chiama lui, della MINI originale.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<a href="http://alesae.files.wordpress.com/2014/05/1111111.jpg" style="text-decoration: none;"><span style="background-color: #444444; color: cyan;"><img alt="1111111" class="aligncenter size-full wp-image-1036" src="http://alesae.files.wordpress.com/2014/05/1111111.jpg?w=470&h=264" height="264" style="border: none; display: block; margin-left: auto; margin-right: auto;" width="470" /></span></a></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;"><br /></span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Sì, la vecchia MINI ha più cuore ed è vintage e certamente dobbiamo gioire del fatto che ci siano persone che se ne curano e le conservano, ma detto questo voi cambiereste il vostro attuale flat-screen HD super-mega novanta pollici con un televisore in bianco e nero a tubo catodico del 1970? Appunto.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<a href="http://alesae.files.wordpress.com/2014/05/picsart_1400782900341.jpg" style="text-decoration: none;"><span style="background-color: #444444; color: cyan;"><img alt="PicsArt_1400782900341" class="aligncenter size-full wp-image-1032" src="http://alesae.files.wordpress.com/2014/05/picsart_1400782900341.jpg?w=470&h=218" height="218" style="border: none; display: block; margin-left: auto; margin-right: auto;" width="470" /></span></a></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;"><br /></span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">La nuova MINI è questo: un solido e tecnologico e utile televisore ultrapiatto. Moderno e funzionale.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Avrà meno fascino e anima della bisnonna nata mezzo secolo fa, ma è un’auto vera ed è dimostrabilmente migliore di tutte le rivali e di gran parte delle auto che si trovano in strada oggi. E soprattutto a conti fatti, ha molto, ma molto, ma molto più senso.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;"><br /></span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;"><br /></span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<a href="http://alesae.files.wordpress.com/2014/05/picsart_1400782767831.jpg" style="text-decoration: none;"><span style="background-color: #444444; color: cyan;"><img alt="PicsArt_1400782767831" class="aligncenter size-full wp-image-1027" src="http://alesae.files.wordpress.com/2014/05/picsart_1400782767831.jpg?w=470&h=264" height="264" style="border: none; display: block; margin-left: auto; margin-right: auto;" width="470" /></span></a></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<strong><em style="background-color: #444444;"><span style="color: cyan;">L’auto.</span></em></strong></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Mini Cooper S M.Y. (model year) 2014</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Prezzo di partenza: 24.950 €</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Colore consigliato: British Racing Green; Thunder Grey Metallic (come in foto)</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<strong><em style="background-color: #444444;"><span style="color: cyan;">Prova Originale</span></em></strong></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Prato (PO); Montecatini Terme (PT);</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Marina di Pietrasanta, Versilia, Toscana</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Marzo 2014</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;"><br /></span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">Testo & Foto di Ale S.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
<span style="background-color: #444444; color: cyan;">flabbergasted ltd.</span></div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; line-height: 22.3999996185303px;">
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02405292194550214526noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1568240502076771616.post-30551641239005473892015-06-09T05:58:00.004-07:002015-09-20T06:42:48.562-07:00Lotus Elise, Divertente alla Follia<i><i></i></i>Amo gli Inglesi.
Ci sono ovviamente alcune cose che non apprezzo.
Non mi è mai piaciuto quello che mangiano, ad esempio.
Non mi piace il loro cibo spazzatura, non mi piacciono i loro succhi di carne e schifezze simili, non mi piace quello che chiamano caffè, che per quanto mi riguarda è solo acqua scura dell’Etiopia, e non mi è mai piaciuto il Manchester United.
Tuttavia, ci sono alcune cose Inglesi che adoro.
Il loro accento, la loro presunzione. Adoro come abbiano inventato praticamente ogni sport esistente e poi si sono dimenticati come si gioca, la loro ingegneria, ma quello che mi piace di più di loro sono le loro auto.
L’Aston Martin Vanquish e la Jaguar E-Type, per esempio, due delle auto più belle mai costruite.
La Mini, che vi piaccia o no, un’auto intelligente e che detta moda.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7lvz3V7viFtAw2jnIdTAWN5Aj6wFxZLBW7iPsNQ7_3g6OVGCEnkdnfH6m5xW1liiVageJ8KxV_j-c-8EMUlyPTidwOmsEgOXJz69xguQSHLwc7Ja6-jtbpf-2XGYwkQfhoXd2DA9b6os/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7lvz3V7viFtAw2jnIdTAWN5Aj6wFxZLBW7iPsNQ7_3g6OVGCEnkdnfH6m5xW1liiVageJ8KxV_j-c-8EMUlyPTidwOmsEgOXJz69xguQSHLwc7Ja6-jtbpf-2XGYwkQfhoXd2DA9b6os/s400/1.jpg" width="400" /></a></div>
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E la Lotus Elise, probabilmente la mia preferita di sempre.
E’ leggera, è pungente, è scattante, è attraente, è una spider, e soprattutto, rappresenta la quintessenzialità del pensiero Britannico.
Anche se il motore è un 1.8 litri Toyota costruito in Giappone.
E deve il nome alla nipote di un imprenditore Italiano.
E ad oggi, la Lotus, la casa automobilistica che la produce, è di proprietà della Proton, che viene dalla Malesia.
A parte questi futili dettagli, tagliamo corto:
adoro quest’auto.
Adoro come ti fa sentire quando la guidi, adoro il fatto che per una quantità di soldi relativamente bassa (soprattutto se la si compra usata) fa arrossire auto ben più cavallate e costose. Ma soprattutto l’adoro perché è esagerata.
La maggior parte delle auto sportive, quando le guardi, sembrano dirti “hai visto come sono gnocca?” mentre l’Elise sembra fissarti di rimando e chiederti:
“che c***o guardi?”
Adoro queste auto, le adoro perché sono da intenditori, auto che piacciono a chi va oltre, auto esagerate, scomposte, irrazionali, perché se avete circa 40.000 euro a disposizione da spendere su un’auto e comprate una Mercedes o una BMW quello che state effettivamente dicendo è: sono una persona cupa, ho un sacco di soldi che probabilmente non mi sono guadagnato e il mio cantante preferito è Gigi D’Alessio. Se invece con i soliti soldi prendete una Lotus Elise quello che state dicendo al mondo è: sono completamente fuori di testa, mi diverto come un matto e ne vado fiero.
Poi ci sono le auto per “arrivati”, Porsche soprattutto, per quelli che ci tengono a farvi vedere come loro siano fighi e possano permettersi una Boxster e voi no. Ditemi la verità, quante volte vi è capitato di sentire un rombo in lontananza e poi avete visto avvicinarsi un tipo con gli occhiali da sole anche se piove che guida una Boxster? Troppe. Vi siete emozionati? Avete provato qualcosa? Forza, dai, mano sul cuore: quanti di voi si emozionano DAVVERO per una Porsche? Io personalmente ho tre gusti in fatto di auto: Lotus Elise, Dodge Viper, Mitsubishi Evo.
Notate niente in comune tra queste tre auto? Un giocattolino britannico che pesa meno del sedile di una Mercedes, una quattro porte giapponese che prende curve di 500 gradi a 300 all’ora e un’americana con un motore abbastanza grosso da muovere un pianeta.
Sono auto da pazzi.
Ecco perché l’ho voluta provare, perché è un’auto da pazzi.
Guidare una Lotus Elise in pista è un po’ come frequentare un caro amico, sempre in prima linea quando c’è da divertirsi o aiutarvi, sempre il primo a voler andare alle feste ma che ama ammazzare le persone con un martello, di tanto in tanto: vi divertite e siete contenti, ma non sapete mai quando potrebbe farvi fuori.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6Cc0VouPpz8Q45hUPeuItd_CWiAVzM6NWZzVdBYDTSsktJbso7asGXRX9qFYM4F172VHj_jgiZbPP26310cP5rCn0vO_pvWkTlPbuNC0-493AJkbdswzADMzirmZ3SkZT832dWyzYl-I/s1600/231.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6Cc0VouPpz8Q45hUPeuItd_CWiAVzM6NWZzVdBYDTSsktJbso7asGXRX9qFYM4F172VHj_jgiZbPP26310cP5rCn0vO_pvWkTlPbuNC0-493AJkbdswzADMzirmZ3SkZT832dWyzYl-I/s400/231.jpg" width="300" /></a></div>
L’ho guidata sul circuito Il Sagittario di Latina e io non sono un pilota professionista ma devo dire:
ommammamia.
E’ incredibile, è composta, precisa, ti parla. Quando affronti una curva anche a velocità molto sostenuta (leggi 180 km/h) ti dice:
“ok, ok, ok, ci sei, avanti, ancora un po’, ok basta!”
E’ talmente precisa che se la guidate su un circuito bagnato dopo la pioggia, sarete in grado di contare il numero di gocce che sono cadute dalla reazione dello sterzo.
E’ quasi impossibile perdere il controllo.
Il motore è un 1.8 Toyota con 192 cv, trazione posteriore, peso della vettura 860 kg. 0-100 in 5 secondi. Immaginiamo la scena: Al Semaforo, voi con la vostra Elise, BMW Z4 35i 306 cv, SLK 350 272 cv, Porsche 911 Targa 4 345 cv, scatta il verde e nessuna di queste auto, neppure la 911 sarà in grado di battere l’Elise in accelerazione.
Oltretutto essendo leggera e con un motore piccolo i consumi sono da utilitaria, così gli eco-ambientalisti saranno felici e potranno proseguire le loro giornate a mangiare erba o qualcosa del genere.
Comunque, se si guarda oltre la bella pelle e le caratteristiche di guida ha dei difetti.
Il rumore del motore ad esempio. L’Elise è un’auto molto silenziosa…finchè non si accende. Poi il rumore del motore si fa sentire, sempre. A qualunque numero di giri, qualunque sia l’utilizzo che se ne voglia fare. Il che può essere piacevole fino a che non ti sanguinano le orecchie.
Anche gli interni hanno qualcosa che potrebbe non piacere a tutti:
i tappetini, tanto per cominciare, non ci sono. Sì, c’è l’aria condizionata, che devo dire nel modello che ho provato non funzionava, ci si siede molto in basso su sedili duri come la testa di Mario Balotelli, c’è un lettore CD che è inutile perché mentre si viaggia non si sente niente, fa un gran caldo nell’abitacolo perché il motore è dietro le spalle, non c’è controllo di trazione né controllo di stabilità né servosterzo né altre diavolerie tecnologiche, c’è un ABS ma è da corsa, quindi a meno che non stiate frenando da 200 km/h su ghiaccio, non reagirà.
L’Elise ha un altro grosso problema:
il prezzo.
Sì, lo so, ho detto che è conveniente. Ed è vero, lo è, per trovare un’altra auto in grado di competere bisogna come minimo scomodare rivali da 80.000, 90.000 euro in su, ma, a meno che non la si compri usata (scelta caldamente raccomandata) da nuova, con un prezzo di partenza di quasi 36.000 euro per la versione S (136 cavalli), non è esattamente regalata. Si tratta comunque degli stessi soldi che servono (più o meno) per un’Audi TT, o una BMW Z4, o una Mercedes SLK, e se comprate la versione che io ho provato, quella da 192 cavalli, o addirittura la più potente in assoluto, quella da 222 cv, arriverete ad un prezzo di 48.000 euro, quanto una Porsche Boxster nuova.
Allora perché questa?
E’ piuttosto semplice, a dire la verità.
A differenza della concorrenza tedesca, questa non è auto che si compra perché è tecnologicamente avanzata.
Non si compra perché va di moda o per fare i fighetti.
Non è un’auto che compri perché paga papà, o perché ne hai bisogno.
E’ un’auto che compri perché LA VUOI.
E se solo potete, compratevela, non c’è nient’altro, a costi umani, di altrettanto divertente.<br />
<a href="http://decappottabiliontheroad.com/2010/04/28/for-gods-sake-forget-ferraris-porsches-get-a-lotus-elise/"></a><br />
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Prova originale: Circuito il Sagittario di Latina, anno 2010</div>
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Categoria: auto - prove su strada e recensioni</div>
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Testo & Foto: Ale S</div>
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flabbergasted ltd. leavemeflabbergasted.com</div>
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