Nel 2008 Francesco Mandelli (attore, I Soliti Idioti)
e Alessandro Cattelan (conduttore, X Factor), allora entrambi VJ di MTV Italia,
partirono verso gli Stati Uniti per un programma che si chiamava Lazarus (quasi tutte le puntate del programma sono visibili su YouTube) e che rimane ad oggi il miglior
programma televisivo mai prodotto in Italia negli ultimi 10-15 anni.
La premessa era semplice. Un viaggio a tappe per gli U.S.A. nei luoghi dove sono nate o vissute o morte alcune fra
le più leggendarie icone culturali degli ultimi 100 anni, per capire se sarebbero ugualmente diventate
leggende anche se non fossero schiantati giovani.
Marylin Monroe, Tupac Shakur, Jimi Hendrix, Jim Morrison,
Elvis Presley, Martin Luther King, Kurt Cobain e la lista continua. Al di là
dell’innegabile talento e impatto culturale, quanto ha contribuito la loro
morte prematura e quasi sempre violenta e drammatica a renderli immortali nell’immaginario
collettivo?
Ma la mia domanda è; ci sarà mai un altro Elvis? Avremo mai un’altra Marylin? Probabilmente
no.
Il mondo odierno è veloce e impaziente. YouTube, Blogger, Wordpress, vari Talent Show fanno emergere bombe mediatiche da 100 milioni di visualizzazioni in 3 giorni,
salvo poi dimenticarsene nel giro di qualche anno. Quando va bene.
Lo stesso vale per le auto. Prendete Ferrari, dalla F40 fino
alla F50 per esempio, un decennio in cui ogni auto del Cavallino ha vissuto di
luce propria. Ognuna diversa e impossibile da mescolare con un’altra. E poi?
Certo La Ferrari LaFerrari e la Enzo sono uniche, ma quanti di voi sarebbero in
grado di riconoscere all’istante una 430 da una 360? E una 458 da una 488? E
nessun marchio d’auto è più iconico di Ferrari quindi figuriamoci gli altri.
Sicuramente non vi sarà sfuggito (ho contato circa 27 post
dei miei contatti su Facebook solo negli ultimi 20 minuti) che il 21 Ottobre 2015,
la data di oggi, è quella che appare sulla macchina del tempo in Ritorno al Futuro (parlando di icone, questo film lo è).
La macchina del tempo in questione è la DeLorean DMC-12. Prodotta dalla defunta DeLorean Motor Company dal 1981 al
1983, ne esistono ad oggi solamente 7.000 circa in tutto il mondo.
La DMC-12 originale montava portiere ad ala di gabbiano e carrozzeria di
acciaio inossidabile non verniciata, era equipaggiata con un V6 di derivazione
Volvo-Renault (non esattamente una combinazione corsaiola) che da nuovo
garantiva 130 cavalli. Quindi a un eventuale test su banco oggi, credo che nessuna DeLorean ancora
intatta sarebbe in grado di sviluppare più di 100 cavalli.
Ufficialmente, l'auto garantiva uno 0-100 in 8,8 secondi, ma nei test effettuati non ha mai fatto meglio di 10. In termini motoristici moderni, da zero a cento in oltre 10 secondi
equivale a camminare.
Era un'auto complessa e avanguardista sotto certi aspetti, anche troppo forse. Un progetto che oggi probabilmente non uscirebbe dal foglio sul quale è stato disegnato.
Eppure, nel 2015, a 30 anni esatti dal film che la resa
famosa siamo ancora qui a ricordarla come uno dei prodotti più interessanti e
affascinanti della storia dell’auto.
Così come la DeLorean e così come la saga di Ritorno al
Futuro, sono un prodotto degli anni ’80, non ero ancora nato nel 1985 ma mi
vanto comunque di far parte dell’unica generazione che è riuscita a godersi la
vita senza tecnologia ma che allo stesso tempo non ha dovuto fare alcuna fatica
per adattarsi… ma tanto è inutile che continui a scrivere, state
probabilmente leggendo questo dal vostro iPhone e sarei onestamente sorpreso se
steste ancora leggendo. Così come sarei sorpreso se in questo momento non
steste cercando “steste” con un app dizionario sul vostro smartphone per
verificare che il congiuntivo imperfetto del verbo stare è proprio “steste”.
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categoria: auto/news
testo: Ale S.
foto: Getty
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